Il presidente di Idra propone al vicesindaco di Vaglia: andiamo assieme a Roma sotto Palazzo Chigi e il Quirinale!
Sulla sua pagina Facebook, oggi, il vicesindaco del Comune di Vaglia, Riccardo Impallomeni, ha commentato così la notizia del quinto tentativo di gara d’asta per l’ex Sanatorio Guido Banti di Pratolino, il cosiddetto ‘ospedale dell’aria bona’, costruito negli anni Trenta del Novecento con ammirevole intelligenza progettuale e moderna sensibilità ambientale:
“I tentativi di vendere il Banti, ad oggi, non sono andati a buon fine nonostante il congruo numero di aste ed i ribassi del prezzo base. Anni fa modificammo la destinazione d’uso da Sanitaria/Sociale ampliando le possibilità a residenziale, turistico ricettivo, direzionale, insomma tentammo di renderlo più appetibile, ma niente, aste deserte. A quel punto la proprietà, ASL, ci chiese espressamente di modificare la percentuale del residenziale, ampliandola, perché, in tal caso, all’orizzonte si intravedevano finanziatori interessati, così facemmo, ma niente, aste deserte. Oggi ci auguriamo che il gigantesco Banti sia d’interesse, niente è cambiato dall’ultima asta come destinazione d’uso e cifra base d’asta, è semplicemente un nuovo tentativo della proprietà cui auguriamo di trovare persone/società/investitori capaci di portare sviluppo al territorio. Incrociamo le dita !”
Il presidente dell’associazione ecologista Idra, che ha sostenuto sin dagli anni Novanta le iniziative del “Comitato per la difesa dell’uso pubblico e sanitario dell’ex sanatorio Banti”, ha così replicato:
“Gentile vicesindaco,
quanto sarebbe più bello se a mettere la firma sotto una comunicazione come la sua fosse un cittadino qualsiasi, piuttosto che un amministratore pubblico!
Le spiego perché.
Di fronte alla valanga di risorse dilapidate per opere prive di utilità, spesso anzi fonte di danno per la collettività, da un amministratore pubblico mi aspetterei un’interpretazione un po’ meno remissiva del proprio ruolo di rappresentante della comunità.
Quanto sarebbe più bello se un vicesindaco e un sindaco, e magari anche qualche assessore e qualche consigliere, rivendicassero a voce alta il diritto/dovere alla tutela dei beni comuni. E il Banti è uno di quelli, e tuttora eccellente, per storia, qualità architettonica, contesto ambientale, valore paesaggistico.
Quanto sarebbe più bello se l’amministratore di un territorio che è fra i più ricchi e deliziosi d’Italia disobbedisse, lanciando il segnale che non si può andare avanti così.
Che bel messaggio sarebbe quello di prendere il treno e sfilare con cartelli striscioni e volantini (avvertendo la Questura, è ovvio!) da Termini fino a Palazzo Chigi, di piantarsi la mattina lì, e al Quirinale il pomeriggio, esigendo che si smetta di buttar via i soldi dei nostri figli e nipoti in improbabili Piani di pretesa Ripresa e millantata Resilienza, e si dirottino invece su recuperi sociali, sanitari e ambientali come il Banti i fondi senza fondo di TAV, Ponti-sullo-Stretto, guerre e riarmo, rigassificatori imposti nei porti e altre amenità energetiche sui crinali di Giotto.
Io, per esempio, se gradisce, ci sono. Perché non lo facciamo insieme? Magari si aggiunge anche qualcun altro… forse persino in tanti. Se lo ha fatto con quello stile demagogico-villano quel tal De Luca col suo seguito di sindaci, riscuotendo attenzione pubblica nazionale, possiamo ben farlo noi, in maniera civile e educata, ma anche fiera, ferma e determinata! Al massimo, lei perderebbe il posto. Ma non credo che sia un politico di professione: può rischiare!
Quanto al buon Banti, ho ancora in serbo gli originali delle 8mila firme raccolte negli anni Novanta e nel primo decennio del nuovo millennio dalla cara Gina Pratesi, e dal comitato di persone dotate di cervello e di cuore che si era raccolto attorno a lei.
In rete, sono ancora accessibili i video delle interviste di approfondimento dedicate quattro anni fa al Gigante di Pratolino (in uno di questi c’è anche lei, ricorda?):
- https://www.nove.firenze.it/le-pietre-parlano-il-gigante-devastato-fra-impotenza-e-indifferenza.htm
- https://www.nove.firenze.it/le-pietre-parlano-ex-sanatorio-banti-la-voce-di-due-istituzioni.htm
Quando poi è scoppiata la pandemia, con tutti i suoi strascichi di psicosi e di terrore, l’associazione in cui milito provò ancora timidamente a proporre un’articolata gamma di soluzioni alle Autorità Competenti (http://www.idraonlus.it/2020/05/26/banti-patrimonio-sanitario-fiorentino-nellera-della-nuova-pandemia-idra-incontra-i-vertici-amministrativi-della-asl-propone-riesame-delle-politiche-investimento/). Se mette la parola-chiave ‘Banti’ nel ‘cerca’ sul sito www.idraonlus.it trova tutti i riferimenti, fino a quelli ormai antichi. Ma non se ne è mai fatto di nulla. Nessuno è venuto a cercarci per capire, per verificare, magari per supportare, per progettare insieme. Neanche il Comune di Vaglia….”