Iscriviti ai feed RSS Feed

TAV A FIRENZE: ALTRO CHE CREPE!

Dopo il caso emblematico del cantiere Esselunga, sono crateri nella sicurezza e nella legalità quelli che si leggono nelle carte dei progetti Alta Velocità e nei controlli delle autorità pubbliche

Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, Risposta Pec a Idra, 24.7.'23

Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, Risposta Pec a Idra, 24.7.’23

Se la ratio della legislazione in materia di sicurezza ferroviaria sta nel garantire la progettazione seria e corretta di un’opera colossale come la TAV perché sia calata nel territorio che la ospita tenendo contro delle sue caratteristiche, criticità e vulnerabilità, quello che sta avvenendo da almeno sette mesi a Firenze sotto gli occhi indifferenti delle autorità centrali (governo e prefettura) e locali (Comune, Città metropolitana e Regione) è quanto meno preoccupante.

Si considera infatti legale e legittimo scavare chilometri di tunnel sotto la città madre del Rinascimento, vantato ‘patrimonio mondiale dell’Umanità’, senza aver coinvolto nella progettazione – e quindi nella tutela e nella prevenzione – l’organo tecnico per eccellenza, chiamato ad accorrere quando i deficit di prevenzione producono disastri, il Comando dei Vigili del Fuoco. Proprio come è successo per 60 km di tunnel monotubo TAV fra Vaglia e Bologna!

Lo si fa in un territorio – Firenze – colpito decine di volte nella storia anche recente da piene e esondazioni, nel bel mezzo di un ‘cambiamento climatico’ magari invocato come paravento grottesco di responsabilità amministrative,  o come pretesto di misure dubbie e discutibili, quanto a efficacia, per il contenimento delle emissioni di CO2.

E’ stata presto dimenticata anche l’ultima esondazione dei torrenti minori, il Mugnone e il Terzolle, avvenuta poco più di trent’anni fa proprio nell’area TAV nella quale si sta scavando – perpendicolarmente allo scorrimento delle falda – la grande buca della stazione ‘Foster’.

Come non bastasse, l’unica ‘grande opera’ targata TAV fin qui conclusa, il cosiddetto ‘scavalco’ di Castello, accusa difetti costruttivi così rilevanti da avere attirato l’attenzione della Corte dei Conti della Toscana: la galleria-artificiale-colabrodo da saldare ai 6.444 metri di sotto-attraversamento Campo di Marte-Castello è da tempo in condizioni di degrado (qui documentate), avendo intercettato non si sa se la falda o cos’altro. Per quanto si è appreso da Rfi, si interverrà a sistemare le cose solo a ‘grande opera’ completata. Ma si attendono nel frattempo gli esiti degli accertamenti promessi dall’Arpat in occasione dell’audizione di Idra nell’Osservatorio Ambientale.

Ciliegia sulla torta, da informazioni ricevute dal presidente della Commissione che ha negato il collaudo tecnico-amministrativo dell’opera, evidenze di lacune nella progettazione esecutiva della galleria TAV di Castello sarebbero ben descritte e documentate nel verbale di accertamento redatto nell’ambito delle attività di quella Commissione. Documento al quale Idra ha chiesto accesso a Rfi, che non lo accorda. Ciò che più fa specie, non si ha notizia che alcuna delle autorità amministrative di controllo informate da Idra dei fatti (Comune, Città metropolitana, Regione, Autorità Nazionale Anticorruzione) abbiano richiesto o ottenuto a loro volta accesso a quel documento.

Ecco perché Idra, dopo aver denunciato davanti a Palazzo Vecchio i crateri nel progetto e nei controlli sortendo solo un’innocua e disinformata parodia di discussione lunedì scorso in Consiglio comunale, torna martedì 27 febbraio, dalle 12 alle 13, a proporre per strada davanti alla Prefettura sotto Palazzo Medici Riccardi un’iniziativa di informazione diretta alla cittadinanza, nel fragoroso silenzio dei grandi media indipendenti. A meno che non si sia provveduto silenziosamente ad attività che abbiano colmato la grave lacuna indicata – ha scritto per posta certificata l’associazione al Prefetto e al Ministro dell’Interno, ma anche alla Presidente del Consiglio e ai responsabili dei dicasteri Infrastrutture, Ambiente, Lavoro e Giustizia – la nostra modesta cultura civica e giuridica ci fa ritenere di essere autorizzati a considerare inaccettabile un siffatto improvvido comportamento da parte delle Autorità pubbliche cui è affidato il compito delicato di garantire la sicurezza e la vita della comunità, Esprimiamo quindi – insieme alle nostre vive rimostranze – rammarico e indignazione. Rinnoviamo l’istanza all’interlocuzione fin qui vanamente avanzata. Chiediamo siano attivati gli interventi urgenti necessari a ripristinare condizioni di legalità e sicurezza nella città di Firenze”.

Dalle 15 alle 16, dirimpetto, davanti al Consiglio regionale, avrà luogo il consueto richiamo al presidente e commissario governativo Eugenio Giani per l’impianto di rigassificazione di Piombino a tener fede all’impegno mai onorato ad accordare i colloqui richiesti e le risposte ai quesiti posti a partire dal lontano giugno 2022. Idra non dimentica.



Leave a Reply