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10 metri in 5 mesi: ecco il passo della talpa TAV a Firenze! Intanto l’Arpat avvia accertamenti sulla galleria-colabrodo dello Scavalco

Seconda audizione (kafkiana) dell’associazione Idra dinanzi all’Osservatorio Ambientale: gravi le carenze nella trasparenza, nell’ascolto, nel metodo di lavoro

'Avanti tutta per il sotto attraversamento di Firenze dei treni ad Alta Velocità', dal video-selfie di Eugenio Giani sul cavalcavia dell'Affrico, 25.9.'23

‘Avanti tutta per il sotto attraversamento di Firenze dei treni ad Alta Velocità’, dal video-selfie di Eugenio Giani sul cavalcavia dell’Affrico, 25.9.’23

Una delegazione dell’associazione di volontariato Idra, composta dal geom. Marco Mordini, dal prof. Luciano Cipriani e dal presidente Girolamo Dell’Olio, è stata ricevuta giovedì 12 ottobre dall’Osservatorio Ambientale Nodo Alta Velocità di Firenze, presieduto dall’ing. Giacomo Parenti.

L’associazione è tornata a ribadire in primissimo luogo l’esigenza di trasparenza e di  informazione attiva che latitano nell’attuazione del progetto, sottratto com’è alla conoscenza della città.

Idra ha manifestato a chiare lettere il proprio sconcerto per le persistenti affermazioni dell’ing. Parenti sulla pretesa trasparenza informativa del Comune di Firenze intorno al ‘progetto del secolo’: “non risultano rispondenti al vero!”. Chi presiede l’organo chiamato a gestire il controllo pubblico sulla sua attuazione, e riveste anche la carica di  direttore generale di Palazzo Vecchio, parla infatti di documentazione disponibile online. Ma ad avviso dell’associazione siamo ben lungi dalla trasparenza, anche da quella puramente passiva. “Vi sono affermazioni limpidamente non vere, ha scandito Dell’Olio, fra quelle che sono state pronunciate dal presidente dell’Osservatorio sulla pubblicità della documentazione progettuale che i cittadini di Firenze hanno il diritto di consultare. E questo noi lo riteniamo particolarmente grave. Nel sito del Comune risulta mancare persino l’elaborato “Relazione generale” sul Passante e sulla Stazione AV, e cioè quel minimo sindacale di informazione con cui un cittadino può forse costruirsi almeno un’idea di massima del progetto.

Quanto al rapporto con la popolazione,  dopo le timide iniziative del sindaco Mario  Primicerio – ha aggiunto Idra – Palazzo Vecchio si è guardato bene dall’allestire momenti informativi attivi, dibattiti, assemblee, in proprio o in tandem con organi tecnici.  “Quando mai”, ha chiesto Idra, “è stata fatta a Firenze un’illustrazione del progetto riveduto e corretto? L’Osservatorio si chiama fuori da questo tipo di compito?”. Sembra del resto che la richiesta di colmare una simile lacuna, ancorché in ritardo, sia assolutamente compatibile con ciò che prevede il Decreto 25 giugno 2021, che istituisce e regola gli osservatori ambientali, prescrivendo fra i loro compiti, la “informazione al pubblico, per assicurare una  efficace azione di comunicazione e divulgativa, attenta ai bisogni del cittadino”, e la “ricezione, da parte di enti pubblici, associazioni, comitati, singoli cittadini, di informazioni, documenti, criticità in merito al progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale”. Vediamo se questa sollecitazione sarà recepita!

Respinta comunque la proposta di trasmettere in streaming le sedute dell’Osservatorio, come succede in Regione Toscana con le Commissioni consiliari, ai cui appuntamenti sono accreditati ad accedere da remoto soggetti civici titolati. Inoltre, “l’Osservatorio non fa verbali”, ma pubblica solo ‘decisioni’. Un bel passo indietro, hanno osservato dall’associazione, rispetto al grande impegno di registrazione del lavoro svolto dall’altro Osservatorio Ambientale, quello presieduto negli anni Novanta dall’ing. Fabio Trezzini sulla cantierizzazione TAV sotto l’Appennino fra Bologna e Firenze.

Neppure le richieste formulate a luglio, e ritrasmesse per Pec nere su bianco, di assicurare trasparenza sulle prescrizioni adottate dall’Osservatorio fiorentino almeno in quest’ultimo anno sembrano essere state considerate se ancora, tre mesi più tardi, dall’ing. Parenti è arrivato un “valuteremo se pubblicarle sul sito”. Un sito che adesso non è più nemmeno consultabile: compare il messaggio “403 – Proibito: l’accesso è negato”.

Quando Idra ha chiesto di sapere a che punto è lo scavo della talpa a Campo di Marte, dopo un primo generale imbarazzo il referente di progetto di Rfi ing. Fabrizio Rocca, invitato dall’ing. Parenti a rispondere, ha dichiarato che “la talpa ha fatto i primi 10 metri”. A questo punto, ha aggiunto, si è dovuta arrestare perché vi sono tutta una serie di approntamenti tecnici da effettuare, che richiederanno ancora qualche settimana di lavoro. E’ escluso, per quanto è stato possibile comprendere, che il ritardo sia dovuto anche a difficoltà nel conferimento dello smarino che deriverà dalle operazioni di scavo in questa prima fase.

Un secondo dato di rilievo è quello che è stato fornito dal dott. Anton Giulio Barbaro, dirigente del settore VIA-VAS dell’ARPAT: “Abbiamo preso in carico la vostra segnalazione sullo Scavalco: stiamo facendo accertamenti sulla provenienza e l’origine del problema che è stato contestato. Riferiremo all’Osservatorio se sarà verificato che quell’aspetto ambientale è rilevante, e quale possa esserne eventualmente la causa”. Non era dunque così peregrina la segnalazione fornita, e tuttavia cestinata dal presidente-direttore Parenti sulla base delle rassicurazioni a lui fornite da Rfi! Dell’Olio ha spiegato ai presenti che da informazioni ricevute dal presidente della Commissione che ha negato il collaudo tecnico-amministrativo dell’opera, evidenze di lacune nella progettazione esecutiva della galleria AV di Castello sarebbero descritte e documentate nel verbale di accertamento redatto nell’ambito delle attività di quella Commissione. “Inutilmente Idra vi ha chiesto accesso a Rfi, che non lo ha ancora accordato, senza peraltro presentare ad oggi un diniego in qualche modo motivato. Noi quindi, sommessamente ma formalmente, vi suggeriamo – ha spiegato Dell’Olio -  di acquisire quel verbale, suscettibile di fornire importanti analisi, risultanze e chiavi di lettura degli inconvenienti registratisi”. E, dopo aver richiamato il recente servizio di Report sulla sicurezza in ferrovia, ha aggiunto: “Se il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco ci scrive che nel progetto esecutivo del Nodo di Firenze non risulta presente il Piano di emergenza dettato dal Decreto 28 ottobre 2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”, non sarà il caso di preoccuparsi anche sotto il profilo ambientale? Le misure di prevenzione non sono un’appendice secondaria o marginale, un’aggiunta dell’ultimo momento: le criticità specifiche del territorio, e a Firenze non mancano, dovrebbero orientare già in partenza la costruzione dell’opera! Quindi la disapplicazione di questa normativa ha un significato ambientale indiretto quanto sicurissimo”.

Insomma, una piccola catastrofe, questo Osservatorio che non si capisce bene cosa osservi, e quale cultura ambientalista dimostri di frequentare quando rifiuta di ascoltare i cittadini se parlano di ambiente come di un sistema complesso, accusandoli di andare ‘fuori tema’.

Uno strumento, quindi, che meriterebbe forse – in questa sua recente declinazione in riva d’Arno – una verifica profonda di adeguatezza da parte delle autorità competenti!

 

PER CHI DESIDERA MAGGIORI DETTAGLI (versione estesa)

 

Una delegazione dell’associazione di volontariato Idra, composta dal geom. Marco Mordini, dal prof. Luciano Cipriani e dal presidente Girolamo Dell’Olio, è stata ricevuta giovedì 12 ottobre dall’Osservatorio Ambientale Nodo Alta Velocità di Firenze, presieduto dall’ing. Giacomo Parenti: un consesso di una trentina di esponenti in rappresentanza di un arcipelago di soggetti pubblici (enti locali e ministeri), supporti tecnici (Arpat e Autorità di bacino) e proponenti (Rfi e Italferr). Per brevità non ne è stato consegnato l’elenco, che Idra attende per posta elettronica.

L’associazione è tornata a ribadire in primissimo luogo l’esigenza di trasparenza e di  informazione attiva che latitano nell’attuazione del progetto, sottratto com’è alla conoscenza della città. A partire dalla stazione Foster, che le Istituzioni hanno autorizzato senza neppure presentarla alla cittadinanza, senza sottoporla alle osservazioni degli abitanti, senza attivare alcun procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale. L’intera opera, progettata per 12.888 metri di scavi perpendicolari alle linee di flusso della falda sotto la città, per una nuova stazione in zona di esondazione e per anni  e anni di lavoro, è stata concepita e disegnata quasi trent’anni fa, si è arenata nelle secche dei fallimenti a catena delle imprese affidatarie e delle inchieste giudiziarie, ed è ormai cancellata dalla memoria collettiva.

Anche per questo motivo Idra ha manifestato a chiare lettere il proprio sconcerto per le persistenti affermazioni dell’ing. Parenti sulla pretesa trasparenza informativa del Comune di Firenze intorno al ‘progetto del secolo’: “non risultano rispondenti al vero!”. Chi presiede l’organo chiamato a gestire il controllo pubblico sulla sua attuazione, e riveste anche la carica di  direttore generale di Palazzo Vecchio, parla infatti di documentazione disponibile online. Ma fino a metà luglio (quando erano già trascorsi due mesi dal riavvio dei lavori) sul sito del cosiddetto ‘Ufficio Nodo’ (privo di sede e di recapito telefonico) si trovavano solo gli elaborati di quindici anni fa, targati Nodavia (il secondo consorzio naufragato nell’avventura TAV a Firenze). Dopo le proteste di Idra, sono stati aggiunti solo una parte dei documenti progettuali, presentati come una “selezione degli elaborati aggiornati più significativi”, dimenticando che – lo aveva solennemente dichiarato nelle commissioni consiliari l’ing. Vincenzo Macello – già dal 6 giugno Rfi ha consegnato all’Amministrazione comunale il dovuto: “In data 06/06/2023, è stato inviato al Comune di Firenze il link dal quale poter acquisire tutti gli elaborati del progetto Passante AV e Stazione AV posto a base gara”.

Dunque siamo ben lungi dalla trasparenza, anche da quella puramente passiva.

Come ogni singola volta che Idra ha pronunciato il nome impronunciabile del ‘Comune’, del resto, il presidente dell’Osservatorio ha provveduto a richiamare gli auditi con espressioni non sempre garbate, del tipo “lei ha perso dieci minuti del suo tempo, e ha fatto perdere dieci minuti a noi!”. A quanto pare, infatti, delle responsabilità e delle eventuali distrazioni di Palazzo Vecchio l’Osservatorio non deve occuparsi, anche quando vengono segnalate anomalie ambientali macroscopiche (è stato a lungo questo il caso della galleria-colabrodo dello Scavalco AV di Castello). E a dispetto del fatto che a rappresentare il Comune, e proprio al vertice dell’Osservatorio, siede colui che nell’Amministrazione riveste da lunga pezza la carica di direttore generale.

Tuttavia il rappresentante legale di Idra ha inteso tenere il punto, e ha insistito a denunciare dinanzi a tutti i presenti (educatamente attenti e silenti) il comportamento oggettivamente scorretto dell’Amministrazione comunale.  “Vi sono affermazioni limpidamente non vere, ha scandito Dell’Olio, fra quelle che sono state pronunciate e scritte dal presidente dell’Osservatorio sulla pubblicità della documentazione progettuale che i cittadini di Firenze hanno il diritto di consultare. E questo noi lo riteniamo particolarmente grave.

La delegazione audita ha sottolineato inoltre che nel sito del Comune risulta mancare persino l’elaborato “Relazione generale” sul Passante e sulla Stazione AV, e cioè quel minimo sindacale di informazione con cui un cittadino può forse costruirsi almeno un’idea di massima del progetto.

Quanto al rapporto con la popolazione,  dopo le timide iniziative del sindaco Mario  Primicerio – ha aggiunto Idra – Palazzo Vecchio si è guardato bene dall’allestire momenti informativi attivi, dibattiti, assemblee, in proprio o in tandem con organi tecnici.  Le ultime, uniche, tardive e magre opportunità di conoscenza di un progetto nato col singhiozzo cronico, arenatosi per un decennio dopo l’inquietante inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, aggiornato infine nelle segrete stanze degli uffici tecnici, risalgono a fine 1998, a ridosso della conferenza di servizi del marzo 1999 che approvò platonicamente i due tunnel amputando clamorosamente il progetto di stazione-squalo dello Studio Zevi, perché ignaro dei vincoli architettonici fissati dal Ministero dei Beni culturali. Stazione poi traslata senza VIA quattro anni più tardi in una ubicazione ancor più fragile, attigua al subalveo del torrente Mugnone e in zona di esondazione del torrente Terzolle, sui due lati di Via Circondaria.

“Quando mai”, ha chiesto Idra, “è stata fatta a Firenze un’illustrazione del progetto riveduto e corretto? L’Osservatorio si chiama fuori da questo tipo di compito?”. Sembra del resto che la richiesta di colmare una simile lacuna, ancorché in ritardo, sia assolutamente compatibile con ciò che prevede il Decreto 25 giugno 2021, che istituisce e regola gli osservatori ambientali, prescrivendo fra i loro compiti, la “informazione al pubblico, per assicurare una  efficace azione di comunicazione e divulgativa, attenta ai bisogni del cittadino”, e la “ricezione, da parte di enti pubblici, associazioni, comitati, singoli cittadini, di informazioni, documenti, criticità in merito al progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale”. Vediamo se questa sollecitazione sarà recepita!

Respinta comunque la proposta, che nel corso della prima audizione–flash a luglio in teleconferenza era stata considerata meritevole di attenzione, di trasmettere in streaming le sedute dell’Osservatorio, come succede in Regione Toscana con le Commissioni consiliari, ai cui appuntamenti sono accreditati ad accedere da remoto soggetti civici titolati. Non è stata ritenuta accoglibile, ha sentenziato il presidente Parenti. Se poi vi sia stato dibattito sull’argomento, e magari posizioni o sfumature diverse, non è dato saperlo perché, ha chiarito definitivamente il presidente, “l’Osservatorio non fa verbali”, ma pubblica solo ‘decisioni’. Un bel passo indietro, hanno osservato dall’associazione, che è stata parte ad adiuvandum nel processo con cui la Corte dei Conti ha attestato la colpa grave dei più alti Amministratori locali e centrali per i danni ambientali ed erariali in Mugello. Si ricorda infatti il grande impegno di registrazione del lavoro svolto dall’altro Osservatorio Ambientale, quello presieduto negli anni Novanta dall’ing. Fabio Trezzini sulla cantierizzazione TAV sotto l’Appennino fra Bologna e Firenze. Un Osservatorio, quello, che – pur non coperto da normative partecipative – organizzò autonomamente una grande giornata di riflessione, confronto  e ascolto della popolazione a Borgo San Lorenzo nel novembre del 1999.

Neppure le richieste formulate a luglio, e ritrasmesse per Pec nere su bianco, di assicurare trasparenza sulle prescrizioni adottate dall’Osservatorio fiorentino almeno in quest’ultimo anno sembrano essere state considerate se ancora, tre mesi più tardi, dall’ing. Parenti è arrivato un “valuteremo se pubblicarle sul sito”. Un sito che a luglio accusava tutta la sua vetustà, e che adesso non è più nemmeno consultabile. Lo ha fatto presente Idra ai convenuti, e il rappresentate del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha spiegato che sì, c’era stato un problema al server del dicastero… solo che ancora oggi la pagina dell’Osservatorio presenta lo stesso messaggio 403 – Proibito: l’accesso è negato”, mentre quella del Ministero appare perfettamente funzionante. Misteri del caso-Firenze!

Almeno due cose importanti però sono emerse.

Quando Idra ha chiesto di sapere a che punto è lo scavo della talpa a Campo di Marte, dopo un primo apparente generale imbarazzo il referente di progetto di Rfi ing. Fabrizio Rocca, invitato dall’ing. Parenti a rispondere, ha dichiarato che “la talpa ha fatto i primi 10 metri”. A questo punto, ha aggiunto, si è dovuta arrestare perché vi sono tutta una serie di approntamenti tecnici da effettuare, che richiederanno ancora qualche settimana di lavoro. E’ escluso, per quanto è stato possibile comprendere, che il ritardo sia dovuto anche a difficoltà nel conferimento dello smarino che deriverà dalle operazioni di scavo in questa prima fase.

Ma intanto, sulla home page dell’Ufficio Nodo del Comune di Firenze, campeggia ‘in evidenza’ la notizia (priva peraltro di un riferimento sulla data di inserimento) dell’avvio dei lavori della talpa: “Nei prossimi giorni sarà avviato lo scavo meccanizzato da Campo Marte (il 31 luglio è stato eseguito un primo avanzamento dello scavo meccanizzato per i primi 10 metri in una zona di terreno preconsolidato). L’avvio definitivo dello scavo meccanizzato avverrà ai primi di settembre!

Un secondo dato di rilievo è quello che è stato fornito dal dott. Anton Giulio Barbaro, dirigente del settore VIA-VAS dell’ARPAT: “Abbiamo preso in carico la vostra segnalazione sullo Scavalco: stiamo facendo accertamenti sulla provenienza e l’origine del problema che è stato contestato. Riferiremo all’Osservatorio se sarà verificato che quell’aspetto ambientale è rilevante, e quale possa esserne eventualmente la causa”.

Idra ha raccolto con viva soddisfazione questa notizia di interessamento: non era dunque così peregrina la segnalazione fornita, e tuttavia  cestinata dal presidente-direttore Parenti sulla base delle rassicurazioni a lui fornite da Rfi! Dell’Olio ha spiegato ai presenti ciò che è stato significato più volte per posta certificata e con dovizia di allegati: da informazioni ricevute dal presidente della Commissione che ha negato il collaudo tecnico-amministrativo dell’opera, evidenze di lacune nella progettazione esecutiva della galleria AV di Castello sarebbero descritte e documentate nel verbale di accertamento redatto nell’ambito delle attività di quella Commissione. “Inutilmente Idra vi ha chiesto accesso a Rfi, che non lo ha ancora accordato, senza peraltro presentare ad oggi un diniego in qualche modo motivato. Noi quindi, sommessamente ma formalmente, vi suggeriamo – ha spiegato Dell’Olio –  di acquisire quel verbale, suscettibile di fornire importanti analisi, risultanze e chiavi di lettura degli inconvenienti registratisi. Anche alla luce di…  possiamo dirlo sottovoce?… qualcuno ha visto per caso il servizio di Report sulla sicurezza in ferrovia, domenica scorsa? E allora, se il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco ci scrive che nel progetto esecutivo del Nodo di Firenze non risulta presente il Piano di emergenza dettato dal Decreto 28 ottobre 2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”, non sarà il caso di preoccuparsi anche sotto il profilo ambientale? Le misure di prevenzione non sono un’appendice secondaria o marginale, un’aggiunta dell’ultimo momento: le criticità specifiche del territorio, e a Firenze non mancano, dovrebbero orientare già in partenza la costruzione dell’opera! Quindi la disapplicazione di questa normativa ha un significato ambientale indiretto quanto sicurissimo”.

Scontata, coerentemente con la metodologia di lavoro adottata, la reazione del presidente ing. Parenti: “Professore, le ripeto, non abbiamo alcuna competenza sulla verifica della valutazione degli elementi che compongono il progetto esecutivo”.

Insomma, una piccola catastrofe, questo Osservatorio che non si capisce bene cosa osservi, e quale cultura ambientalista dimostri di frequentare quando rifiuta di ascoltare i cittadini se parlano di ambiente come di un sistema complesso, accusandoli di andare ‘fuori tema’.

Uno strumento, quindi, che meriterebbe forse – in questa sua recente declinazione in riva d’Arno – una verifica profonda di adeguatezza da parte delle autorità competenti!



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