Così Idra in audizione davanti all’Osservatorio Ambientale sulla TAV di Firenze: “Siamo abbastanza scandalizzati che nessuno di voi alzi il ditino e dica qualcosa!”
Ha espresso indignazione e sconcerto il rappresentante dell’associazione fiorentina di volontariato Idra davanti ai componenti designati dai ministeri e dagli enti locali per il massimo organo istituzionale di verifica e monitoraggio dei lavori per il Nodo Alta Velocità di Firenze, l’‘Osservatorio Ambientale’, presieduto dal direttore generale del Comune di Firenze ing. Giacomo Parenti.
Sono passati quasi tre mesi da quando è stata trasmessa la richiesta di audizione per discutere caratteristiche e criticità dei lavori di scavo TAV avviati il 15 maggio in città. Dopo l’ultimo sollecito, inoltrato per conoscenza anche al ministro Gilberto Pichetto Fratin, è stato finalmente accordato per lo scorso 19 luglio un appuntamento in rete di mezz’ora.
Un quarto d’ora è scorso via però col rappresentante di Idra continuamente interrotto dal presidente dell’Osservatorio: i temi posti all’attenzione dell’organo collegiale non sarebbero stati infatti di sua competenza. Persino l’argomento principe, quello della trasparenza dell’informazione e dell’efficacia della comunicazione, è stato considerato peregrino. Anche quando a essere gravemente in difetto risulta proprio l’amministrazione pubblica di cui il presidente è direttore generale, il Comune di Firenze.
In materia di informazione, è stato detto che l’Osservatorio non avrebbe una competenza specifica: “Lei sa benissimo – ha interloquito il presidente – che esiste una convenzione che riguarda tutti gli aspetti connessi alla comunicazione, per la quale è stato demandato al Comune di Firenze un compito particolare, sulla base di un accordo specifico fatto da Comune, Regione, Città metropolitana e Rfi”. Accordo di cui, per l’appunto, non si ha notizia né si conoscono i contenuti! Ma per fortuna, secondo l’ing. Parenti, “questi compiti comunque RFI autonomamente sta già mandando avanti, perché come avrà visto c’è un punto informativo”. Non si è notato forse che non se ne trovano gli orari di (parsimoniosa) apertura neppure sul sito delle Ferrovie. Né l’Infopoint’ in questione dispone di un numero di contatto telefonico. Né, recandovisi, è possibile ricevere documentazione cartacea di alcun tipo, o consultare gli elaborati di progetto, neppure in formato ‘sintesi non tecnica’. Un po’ poco, forse, per poterlo considerare un surrogato di ciò che la mano pubblica ancora lesina.
Del resto, il presidente dell’Osservatorio ha precisato: “Noi non abbiamo neanche il progetto esecutivo, perché non lo dobbiamo avere. Noi ci occupiamo della parte ambientale. Se il progetto esecutivo prevede che i conci, per esempio, siano fatti in un modo o in un altro, io non lo so, non è mia competenza”!
Quando Idra, preso atto della granitica indisponibilità all’ascolto da parte dell’autorevole consesso (nessun componente è intervenuto a supporto della ragionevolezza dei tentativi di quesiti proposti), è passata a descrivere nel merito criticità ambientali di grandi proporzioni come quelle segnalate ormai quasi un anno fa dagli organi di informazione, a quel punto si è assistito ad un vero e proprio arroccamento: secondo il presidente dell’Osservatorio istituito dal Ministero della transizione ecologica, l’impatto della falda sull’opera dello Scavalco TAV di Castello, denunciato da un’autorità pubblica come la commissione di collaudo tecnico-amministrativo, non è materia di cui sia ammesso discutere. “Non è competenza dell’Osservatorio – ha dichiarato ripetutamente l’ing. Parenti, nel perdurante silenzio della folta commissione presente – andare a verificare il collaudo di una galleria che è stata eseguita!”. Eppure, accanto e per effetto delle anomalie procedurali segnalate da quella commissione, è proprio il risultato di quella progettazione eseguita per il lotto 1 della TAV a fare acqua da tutte le parti! Ed è stato lo stesso ing. Parenti a lasciarsi sfuggire che “se noi abbiamo un problema sulla falda, noi dobbiamo controllare, come lei sa benissimo, perché noi monitoriamo quelle che sono le infiltrazioni della falda”. Senza realizzare, forse, che quella galleria è un colabrodo proprio perché non si è saputo gestire il rapporto con la falda! Ha anzi vantato, l’ing. Parenti, di aver ‘risposto’ formalmente a Idra su questo tema come direttore generale del Comune allegando a mo’ di prova le dichiarazioni (ovviamente di parte) di Rfi…
Una nozione di ambiente, dunque, quella che denotano le asserzioni del presidente Parenti, che preoccupa sotto diversi profili.
Se un danno da impatto con la falda non è un tema ambientale, viene da chiedersi quanto la laurea in Ingegneria civile sezione trasporti possa essere considerata titolo adeguato al tipo di incarico affidato dal Comune di Firenze per un ruolo così delicato.
All’attributo ‘ambientale’, poi, il presidente ha fatto reiteratamente ricorso per giustificare la non-competenza dell’Osservatorio anche nei casi in cui, è stato possibile osservare, sono coinvolti aspetti come l’affidabilità dell’informazione, la qualità costruttiva dell’opera, la trasparenza procedurale, intimamente collegati all’accettabilità ambientale, essendo l’ecologia appunto una rete di relazioni, non una mera disciplina settoriale. Del resto, la stessa normativa indirizza in questa direzione l’attività degli Osservatòri (art.3, comma 3).
Ci si chiede quindi se e quanto una città preziosa come Firenze, la popolazione che la abita o la visita, i beni culturali che essa ospita, possano sentirsi garantiti da un approccio come quello dimostrato nel corso di questo primo appuntamento di audizione.
Idra, cui era stata offerta in alternativa – per l’audizione – un’ora in presenza a settembre, l’ha subito comunque prenotata anticipando, nel quarto d’ora aggiuntivo cortesemente accordato dall’Osservatorio, una prima batteria di richieste:
- la verbalizzazione della seduta di audizione;
- lo streaming delle prossime sedute, riservato quanto meno a una fascia di soggetti civici titolati, come avviene con le commissioni consiliari della Regione Toscana;
- l’aggiornamento del sito web dell’Osservatorio e la pubblicazione dei verbali delle sedute svolte (gli ultimi risalgono al 2005!)
- la pubblicazione dell’intero corpus delle prescrizioni formulate dall’Osservatorio, e il punto sulle rispettive verifiche di ottemperanza.
Seguirà un nutrito elenco scritto, nelle prossime ore, giacché il presidente Parenti ha cortesemente assicurato: “Se ha delle domande da porci anche per iscritto, professore, le garantisco che noi le risponderemo. Tenga presente che l’Osservatorio sta lavorando alacremente, ci ritroveremo anche nelle prossime settimane perché abbiamo da rispettare una nostra road map sulle attività da fare. Ci sono tante cose sulle quali viene fatta un’istruttoria, che vengono discusse in tantissime sedute, ma poi si arriva a un punto che si devono prendere delle decisioni”. Noi ci auguriamo che vadano nella direzione del rispetto del principio di precauzione e della tutela della qualità del vivere nella nostra città!
NB
Abbiamo provato a verificare quello che il presidente Parenti ha dichiarato a proposito della pubblicità del progetto di doppio sottoattraversamento e di nuova stazione sotterranea AV. “Il Comune di Firenze ci sembra veramente in scandaloso ritardo. Ne abbiamo scritto al sindaco, senza ricevere riscontro”, aveva lamentato per Idra Girolamo Dell’Olio. “Dall’audizione dell’ing. Vincenzo Macello di Rfi nelle commissioni comunali Terza e Sesta si ricava che dal 6 giugno Palazzo Vecchio dispone del link all’intero progetto! Abbiamo avuto il sospetto che il Comune si vergognasse di presentarlo alla città”. Prontamente l’ing. Parenti ha replicato: “La interrompo: professore, tutta la documentazione è online, se lo cerca lo trova, sul sito del Comune di Firenze, Ufficio Nodo. Oggi sono andato e c’era”.
Anche noi ci siamo andati. Ma, probabilmente per imperizia, non siamo riusciti a trovare altro che documentazione abbondantemente datata e obsoleta. Negli ultimi anni, com’è noto, Rfi ha riaggiornato infatti il progetto producendo la cosiddetta ‘project review’, adeguandolo cioè alle nuove normative intervenute, per tramite della società collegata Infrarail. Ecco, di tutti questi elaborati (compreso il testo del delicatissimo ‘piano di emergenza’) non riusciamo a trovare traccia…