Emergenza scaduta a Piombino: in arrivo da Bruxelles via libera al rigassificatore o… procedura d’infrazione?
Canta vittoria il commissario-governatore Eugenio Giani.
Ma possibilmente dissimula un atroce dubbio.
Siamo a luglio inoltrato, e il rigassificatore non è entrato in attività produttiva. E difficilmente potrà funzionare a pieno regime se non si sarà provveduto a sciogliere un nodo tecnico non irrilevante: quello della realizzazione dell’impianto di correzione del cosiddetto ‘indice di Wobbe’, necessario a rendere compatibile con gli standard della rete nazionale il gas ricavato dal metano liquido proveniente via mare ogni 5-7 giorni.
L’impianto non è pronto, non ha neanche iniziato a essere realizzato, il suo stesso progetto è in corso di ridefinizione, venirne a capo non sembra un percorso particolarmente rapido. Senza quell’impianto, però, il rigassificatore non può operare con una metaniera in arrivo ogni settimana. E’ forse questa circostanza, dunque, che permette di inquadrare le ultime dichiarazioni di Eugenio Giani, per cui una nave ogni settimana si vedrà solo dal mese di ottobre. Alla luce delle condizioni registrate, poco più di un pio desiderio?
Tutti ricordano che l’attività produttiva del rigassificatore di Piombino doveva partire a marzo 2023, con una nave metaniera piena di gas liquido in arrivo ogni 5-7 giorni. E che l’impianto avrebbe dovuto essere in grado di garantire 5 miliardi di metri cubi all’anno. Solo in virtù dell’ottemperanza al regime di emergenza dichiarato dal governo il procedimento di autorizzazione era stato esentato dall’obbligo – altrimenti necessarissimo – di una valutazione di impatto ambientale completa ed efficace, come previsto dalle norme comunitarie.
Adesso siamo a luglio, e il rigassificatore non sembra essere a regime. E se l’Europa se ne accorgesse? Se tutti i Paesi si comportassero come l’Italia, se cioè ciascuno ottenesse l’esenzione dalla VIA senza ottemperare alle condizioni accordate col pretesto dell’emergenza, salterebbe l’intero sistema in materia di valutazioni di impatto ambientale continentale: altro che ‘modello green’, altro che ‘transizione ecologica’, altro che ‘Next Generation EU’!! Si contano del resto sulle dita di una mano i casi di esenzione dalla VIA ottenuti nei Paesi dell’Unione Europea- in condizioni specialissime – negli ultimi 10 anni.
Se davvero le cose stanno così, non è ammissibile che l’Italia continui con questa farsa! La petizione che Idra ha presentato a gennaio a Bruxelles, del cui accoglimento è pervenuta recentemente conferma, segnala l’irregolarità del procedimento imposto dal governo italiano. Ad essa si aggiunge oggi, a luglio, la prova provata che il progetto calato autoritariamente su Piombino, ancorché viziato, non ha raggiunto neppure l’obiettivo annunciato: sono saltati gli stessi criteri che giustificavano, nelle intenzioni del Governo, la scorciatoia procedurale adottata.
Bene ha fatto peraltro il sindaco di Piombino a impugnare il parere del Comitato tecnico regionale se, come si apprende, tutte le criticità in materia di sicurezza non sono state risolte. Il giudizio del tribunale amministrativo slitta, sì, a dicembre ma, goccia dopo goccia, la resistenza dell’amministrazione comunale, la ferma determinazione dei cittadini, il contributo che la stessa Idra sta recando in sede europea potranno scavare la roccia dell’illegittimità di fondo di un provvedimento antistorico, antiecologico, antieconomico, antisociale, che invano l’associazione fiorentina propone dalla scorsa estate di documentare – col contributo di una delegazione tecnica nazionale e con una presenza fissa sotto la sede della giunta e del consiglio regionale – a un presidente/commissario refrattario all’incontro, al confronto, al dibattito pubblico. L’‘assedio gentile’ di Idra prosegue all’ingresso di Palazzo del Pegaso, in via Cavour 2-4, a Firenze, in occasione delle prossime sedute del consiglio regionale, martedì 11 luglio dalle 15 alle 16,30, e mercoledì 12 dalle 9,30 alle 11.