E le osservazioni di Idra prendono la strada delle Procure
Gutta cavat lapidem. Il faticoso esercizio della pazienza civile ha permesso all’associazione ecologista fiorentina che dal primo minuto sostiene la battaglia di civiltà in corso davanti all’Isola d’Elba di acquisire un primo risultato: la Regione Toscana si impegna a riaprire il percorso cosiddetto ‘partecipativo’ imposto alla popolazione di Piombino, di Follonica e della Val di Cornia in pieno agosto su un simulacro di progetto, imponente quanto lacunoso, con una procedura di comunicazione solo elettronica. Ma soprattutto senza un solo incontro con la cittadinanza: non un’assemblea informativa, non una opportunità di dibattito pubblico! Ci hanno dovuto pensare i cittadini e le istituzioni locali, come succede in mezza Italia quando gli ‘eletti’ tentano di calare sui territori scelte improvvide[1] e invise, prodotte a tavolino in stanze invisibili: l’informazione si genera in basso e dal basso, e scopre – dati alla mano – la disdicevole assenza, in quelle scelte, di ragionevolezza, coerenza, credibilità.
Prossimo appuntamento civico, la pubblicazione delle integrazioni che 26 enti e istituzioni hanno richiesto – con copiosi rilievi e motivazioni – alla proponente Società SNAM. “Preso atto - aveva scritto Idra il 16 agosto al presidente-commissario Eugenio Giani - dei ritardi attestati nella pubblicazione degli atti, dei vizi di forma che il Sindaco di Piombino rileva, delle difficoltà che la popolazione naturalmente registra, la scrivente Associazione richiede che i termini per la presentazione delle Osservazioni e per la convocazione della Conferenza di servizi siano commisurati alle esigenze di piena informazione, trasparenza ed efficienza amministrativa di cui si sono qui elencate le lacune, e dunque che i 30 giorni previsti per la partecipazione costruttiva dei cittadini decorrano quanto meno a partire dalla data di pubblicazione delle integrazioni richieste a Snam”. Due giorni più tardi, con lodevole tempestività, la Direzione Generale della Giunta Regionale ha inviato il seguente riscontro: “La Struttura Commissariale ha formulato richiesta a Snam di rispondere alle richieste di integrazione pervenute degli Enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi, entro il termine di 20 giorni a partire dal 10 agosto stesso. Sulle integrazioni pervenute e pubblicate sarà riaperta una fase partecipativa di congrua durata, di cui sarà data comunicazione mediante avviso sulla Pagina del Commissario Straordinario”. Si confida dunque, commenta l’associazione, che la ‘congrua durata’ sia effettivamente commisurata alle esigenze di piena informazione, trasparenza ed efficienza amministrativa, tenuto conto delle straordinarie difficoltà che la popolazione ha dovuto registrare nell’accesso all’informazione e alla partecipazione. E, viste le condizioni a cui la Regione Toscana ha subordinato sin qui la presentazione delle Osservazioni, autorizzata esclusivamente tramite Posta certificata (Pec), Idra aggiunge la sollecitazione a ripristinare, per la presentazione delle future osservazioni e altri contributi, lo strumento della posta cartacea ordinaria, decisamente più accessibile a gran parte della popolazione: ovverosia la banale raccomandata AR.
C’è da chiedersi come ne caverà le gambe, da una procedura che fa acqua da tutte le parti, la struttura commissariale allestita in Regione in ossequio al diktat dei ‘migliori’, che da Roma inanellano provvedimenti liberati – col pretesto dell’urgenza – dai lacci del consenso popolare, delle verifiche tecniche, dei controlli istituzionali. Col Covid, del resto, tanta Costituzione è passata silenziosamente in cavalleria, e ogni sorta di nuovo sopruso sociale e civile è stato legittimato in radice. Ma qualcuno dice no. Il caso del rigassificatore di Piombino, scrive Idra, “si configura in realtà come un atto di programmazione arbitraria e autoritaria dell’economia del territorio – anche sotto il profilo della pretesa ‘transizione energetica’ – strettamente connesso alla scelta del Governo del nostro Paese di prender parte come cobelligerante al conflitto in Europa orientale. Il pretesto dell’emergenza di turno, confezionata su misura del modello dispotico da affermare, appare orientato a erodere, giustificando tempi accelerati e scorciatoie istituzionali (l’uso e l’abuso della decretazione e dei DPCM, le deroghe alle valutazioni e ai controlli), i fondamenti stessi della democrazia rappresentativa”. E aggiunge: “Dopo la cosiddetta ‘emergenza Covid’ (figlia delle annose e strutturali tare organizzative, scientifiche e culturali del sistema sanitario nazionale, a partire dalla fallimentare medicina di base), si è diligentemente fabbricata un’‘emergenza bellica’ e di conserva un’‘emergenza energetica’. Il caso-Piombino propone di fatto, attraverso la retorica e l’allarme di una crisi energetica artificiale (quanto meno per la ‘componente russa’ della cosiddetta emergenza-gas) costruita politicamente a tavolino, il nuovo modello geopolitico in via di sperimentazione nel nostro Paese”.
Quella depositata da Idra sabato pomeriggio (12 cartelle fitte di obiezioni, rilievi, smentite e rimandi a documentazione istituzionale seria e severa) è solo l’ultima di una ricca collezione di osservazioni (ammontavano a 45 alla vigilia della scadenza del 20 agosto) che in fretta e furia, in pochi giorni, in pieno agosto, costrette ad avvalersi di procedure elettroniche Pec, hanno dovuto confezionare le comunità minacciate dal doppio bombolone che si progetta di insediare dentro il sesto porto passeggeri d’Italia (oltre tre milioni), Piombino, a servizio di destinazioni ambientali di elevatissima qualità (Isola d’Elba, Arcipelago toscano, Corsica e Sardegna), gomito a gomito con una città di 35.000 abitanti. Un doppio arnese, quello rappresentato dai 300 metri della nave rigassificatrice stanziale (con stoccaggio nominale di 170.000 metri cubi di gas liquefatto) e dalla fidanzata metaniera di turno itinerante, di taglia variabile, che ogni 5/7 giorni verrebbe a sversare quantità industriali di ettolitri di gas estratto negli Usa o in Angola o in Mozambico, compresso 600 volte per essere trasportato via oceani a Piombino a una temperatura di -162°, con rischi di esplosione – in caso di difetti di fabbrica, incidente o errore umano durante l’operazione di trasbordo – che hanno ingiunto di sistemare un’istallazione analoga già attiva al largo di Livorno a ben 22 km dalla costa, con aree di interdizione progressiva (da totale a parziale) al passaggio di imbarcazioni, e una nave guardiana attiva 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno!
E’ del tutto evidente, scrive Idra, che “la sola idea di insediare ex novo un impianto e un’attività produttiva a rischio di incidente rilevante (direttive Seveso e decreto 105/2015) – e ciò nonostante dispensato dal procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale e dal ricorso rigoroso allo stesso principio di precauzione (Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo, Rio de Janeiro, 3-14 giugno 1992) – all’interno del bacino portuale della città di Piombino appare temeraria, e anacronistica se parametrata al grado di evoluzione della pianificazione territoriale, e agli obiettivi di sviluppo sostenibile e di lotta ai cambiamenti climatici, sia sotto il profilo locale che sul piano globale”.
Ma quello della tutela ambientale e paesaggistica è un principio giurisprudenziale generale, costituzionalmente protetto, e dunque l’esenzione dagli obblighi di legge che l’artificiosa urgenza invocata dal governo permetterebbe di aggirare può essere superata da un provvedimento del commissario straordinario, che è anche presidente della giunta regionale. Idra invita dunque Eugenio Giani, titolare delle prerogative di cui la Regione Toscana gode in materia di tutela del territorio, a tener fede agli impegni assunti dinanzi al Consiglio regionale il 29 giugno scorso, quando, riferendosi al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che il Decreto-legge ‘Aiuti’ n. 50 del 17 maggio vorrebbe eludere, ha solennemente dichiarato nella veste di Commissario, in occasione della seduta di illustrazione del progetto (minuto 30:07): “Non esiste nessuna indicazione che mi limiti rispetto alle cose che devo decidere! Non c’è la VIA nella legge sui commissari? Io voglio la doppia VIA!”.
“Basterà dunque – scrive Idra – che il Presidente Giani – nel pieno esercizio congiunto delle funzioni ordinarie di responsabile della Giunta regionale e dei poteri straordinari di Commissario governativo, al quale è affidata la competenza esclusiva a rilasciare l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’opera – promuova tramite decreto un’azione normativa speciale di iniziativa della Regione per sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale il progetto (così come, del resto, per le cosiddette ‘opere di compensazione’ ha provveduto ad approntare un ‘memorandum Piombino’ in dieci punti)”. Si tratta della “condizione minima di salvaguardia dell’interesse pubblico dell’intervento, di tutela del territorio e della dignità istituzionale dell’Ente che sul territorio esercita la propria giurisdizione, di garanzia del diritto delle autonomie locali e della popolazione all’informazione e alla trasparenza”.
Ma a un ulteriore passaggio l’associazione fiorentina annuncia di voler sottoporre la propria azione di contributo civico al buon governo della spesa pubblica e al rispetto delle norme: una verifica da parte della magistratura, per quanto possibile puntuale e approfondita, del percorso del provvedimento. Un attento cronista toscano, Stefano Tamburini, ha proposto peraltro in un’intervista pubblicata il 10 agosto scorso un’analisi a largo spettro – anche in materia di architettura contrattuale e finanziaria – dell’operazione legata all’intervento proposto dal progetto di rigassificatore a Piombino. Si tratta di dati che, osserva Idra, paiono meritare seri supplementi di verifica, accanto al tema della sicurezza: “Riteniamo pertanto opportuno sottoporli – assieme alla presente Osservazione – all’attenzione delle Procure della Repubblica di Firenze e di Livorno. Ci domandiamo se anche la Struttura Commissariale abbia provveduto per proprio conto ad effettuare le eventuali opportune verifiche”.
[1] Così recita la “RELAZIONE TECNICA RAPPORTO PRELIMINARE DI SICUREZZA” (pag. 101, paragrafo Trombe d’aria e tornado) del proponente SNAM: “Si osserva che non sono stati registrati eventi in luoghi prossimi al sito previsto per l’installazione del Terminale oggetto del presente Rapporto Preliminare di Sicurezza. In base a queste informazioni si può ragionevolmente escludere il pericolo di trombe d’aria per il sito in esame”.