Prosegue la mobilitazione su pandemia e guerra. Ma a Firenze ancora si parla di TAV!
Quello che in queste ore sta segnalando Toni Capuozzo, commentando quel che succede in Ucraina, deve farci riflettere.
Non è il solo a metterci in guardia: un’allegra brigata di irresponsabili sta tentando probabilmente di trascinarci in una nuova emergenza, ancor più drammatica di quella ‘sanitaria’ messa a punto con la collaborazione di ‘scienziati’ manichei, ‘politici’ scaduti e ‘giornalisti’ ubbidienti. Se non stiamo con gli occhi aperti e con la testa lucida, potrebbe succedere che questa nuova deriva civile, il coinvolgimento in un conflitto che si prospetta sempre più armato e violento, venga dichiarata soltanto quando ci saremo già dentro.
E’ anche questo (infondato…? lo spereremmo!) sentimento di allarme che ci spinge a metterci davanti alle scuole e all’Università, in questi giorni, e a distribuire inviti alla vigilanza, all’informazione indipendente, all’esercizio di un pensiero libero da condizionamenti.
Lo abbiamo fatto ancora una volta stamani, all’ingresso della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, in piazza Brunelleschi. Qui arrivano giovani inclini alla consapevolezza. Lo leggiamo da una serie di indizi. Il passo non è frenetico. La mascherina viene indossata spesso solo al momento di entrare. Il messaggio che proponiamo viene accolto con garbo: quasi tutte, quasi tutti, ringraziano, nel riceverlo. Qualcuno inizia subito a leggerlo, mentre scivola via. Con Marco osserviamo che nessuno si ferma però a interpellarci, a chiedere, a provocare, a interagire. Ma alle battute con cui accompagniamo spesso il gesto del porgere, per sollecitare attenzione e riflessione, gli sguardi rispondono positivi, ascoltanti, amichevoli.
E poi… arrivano anche le sorprese. Come Zoe, che – scopriamo – già condivide con noi orizzonti e amicizie. E allora intrecciamo racconti, e dubbi, e notizie, e strategie. E domattina, sabato 8 aprile, saremo di nuovo insieme, a Palazzo Tolomei, in via de’ Ginori, a ragionare di verità, libertà, sicurezza e retoriche, e il pomeriggio a degustare dal vivo musica libera dell’Ensemble Kammerkonzert. O Iacopo, che ci ‘scopre’ fatti della stessa sua pasta, se anche lui è venuto qui a seminare domande: per il Comitato “Ma noi dove si esce?” porta infatti in Biblioteca inviti a un’assemblea pubblica domani pomeriggio, in piazza del Carmine.
Lasciando piazza Brunelleschi, ci colpisce un particolare: una transennatura laddove uno studente che usciva proprio dalla Biblioteca Umanistica ha perso la vita due anni fa a causa del degrado del fondo stradale. Sappiamo quanta parte di Firenze è ancora in attesa di ordinaria manutenzione. E fa un certo effetto allora constatare come le cronache riportino le seguenti intenzioni di investimento del sindaco Dario Nardella, che nell’ex Manifattura Tabacchi ha presentato, leggiamo, il passato e il futuro della città in trasformazione. “Si va avanti su tutto”, assicura, “anche sull’alta velocità: con Giani siamo riusciti a sbloccare l’operazione e a settembre la trivella ripartirà per realizzare il sottoattraversamento”.
Ma è davvero questa operazione faraonica l’investimento sociale di cui la città di Firenze avverte urgentemente il bisogno?