‘Dialogo itinerante’ all’ingresso a scuola su pandemia e guerra
… che poi, a ben pensarci, a questa scuola era stata anche scritta una bella lettera Pec, firmata assieme a Giacomo Gosti, il (già) clown del Meyer, dopo la ‘provocazione’ dell’8 febbraio, quando si era inscenato davanti al portone della succursale – al ponte Santa Trinita – un ‘contrasto dialettico’ fra fautori e detrattori del green pass.
Sulle conseguenze delle direttive dettate dal Governo nella lunga stagione di dichiarata ‘emergenza sanitaria’, era stato chiesto “un incontro in presenza con le allieve e con gli allievi, questa volta all’interno del “Machiavelli”, con una classe, o un’interclasse, o in un contesto di assemblea, assieme eventualmente ad altri testimoni e esperti che codesta Presidenza ritenga opportuno invitare, così che i ragazzi abbiano modo di confrontarsi liberamente su questi argomenti, e testimoniare i propri vissuti, oltre che con i propri insegnanti, anche con esponenti della società civile, come coloro che appunto qui Le scrivono. In base a qualche scambio con gli studenti, infatti, ci siamo accorti che il tema del green pass appare come un tabù e che a scuola non se ne discuterebbe abbastanza”.
La dirigente non ha mai risposto. E così, stamani, Girolamo Dell’Olio ha provato a ricordarlo, alla vicepreside, caso mai quella proposta di collaborazione fosse sfuggita.
Ma oggi, appunto, c’era un tema in più: quello della guerra e dell’allegra allocazione di risorse a beneficio del riarmo, dopo che migliaia di insegnanti – e come loro intere categorie di lavoratori renitenti al farmaco sperimentale Pfeizer – sono stati sospesi dal lavoro, dalla retribuzione e perfino dall’assegno alimentare. Da oggi, a questi intellettuali a schiena dritta è stato proposto un reintegro in condizioni umilianti (allontanati dai propri studenti) e persistentemente vessatorie (costretti al tampone a proprie spese).
Ma il massimo della tristezza sono questi ragazzi, costretti ormai da due anni a una vita da caserma.
Belli, allegri, aspettano il doppio suono della campanella in Borgo S. Spirito chiacchierando liberi (ancora per poco), guardandosi in viso (ancora per poco), sorridendosi, gioendo…
Il primo gruppetto di ragazze legge con attenzione il testo che il manifestante porge loro mascherato da Anonymous, dopo che hanno scrutato incuriosite il manifesto che indossa. Qui ha pensato di aggiungere a mano libera qualche coppia di pezzi di realtà, in cui ci sia anche la parte buona, quella che i $ignori della $cienza puntano a farci dimenticare. Una realtà fatta di sorrisi, amicizie, abbracci, informazione, diritti… e all’occorrenza disobbedienza!
300 occhi di ragazze e ragazzi, ma anche di personale scolastico e insegnanti, hanno potuto leggere “ben arrivati in caserma!”, prima di mettersi in riga con la maschera d’ordinanza. E magari, in queste ore, ne stanno parlando in classe, come è stato proposto a molti di loro nel momento in cui veniva consegnato il volantino: “Se chiamano, Idra risponde! Potrebbe essere un’assemblea, un attivo, un interclasse… purché… qualcosa! Perché… non è affatto vero che ‘tutto andrà bene’! Per ora, tutto va peggio, molto peggio: urge un risveglio!”.
Intanto, l’accoglienza è stata calda: due ragazzi hanno chiesto anche la foto con l’uomo-sandwich smascherato. E, alla fine, è stato bello fare due chiacchiere in più, a colazione, coi due prof lasciati fuori dall’Istituzione, sospesi e a schiena dritta, Fabrizio e Antonio! Povera Repubblica Democratica Italiana: stai perdendo alcuni dei pezzi migliori…