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Fine dell’emergenza sanitaria e ritorno alla normalità? Solo uno slogan!

Studenti contro il Green pass: io non sono un codice, Udine, 19 marzo 2022

Studenti contro il Green pass: io non sono un codice, Udine, 19 marzo 2022

Idra a Mattarella, Draghi e Speranza: rispettare i dati degli studi e le esigenze delle popolazioni

“Gestione della salute e dei diritti: invito a una sollecita riconsiderazione”: questo l’oggetto della Pec inviata stamani da Idra a Sergio Mattarella, Mario Draghi e Roberto Speranza, dopo la conferenza stampa di ieri che ha annunciato il “ritorno alla normalità” e la “riconquista della socialità”. A ognuno di loro l’associazione fiorentina rivolge una domanda specifica, dopo aver riempito sei cartelle di dati, documenti e osservazioni che demoliscono – sulla scorta di studi indipendenti – la favola nera della pandemia da Covid-19, e censurano le politiche ansiogene, divisive e discriminanti che hanno trasformato in questi ultimi due anni il nostro Paese in un luogo che è diventato sgradevole abitare.

“L’emergenza sanitaria dichiarata il 31 gennaio 2020 e prorogata fino al 31 marzo 2022, a dispetto del dettato del Codice della protezione civile, ha fatto emergere, acutizzandole, le gravi carenze di cui soffre il sistema sociale del nostro Paese. In primo luogo, osserva Idra, hanno mostrato tutta la loro pericolosità le falle storiche del comparto sanitario, incautamente e pesantemente ridimensionato nel corso degli ultimi decenni”. A partire dalla ‘medicina territoriale’, ulteriormente depotenziata attraverso raccomandazioni ministeriali sciagurate (tuttora vigenti, nonostante i ricorsi dei medici e le sentenze dei Tribunali Amministrativi) a evitare comunque il contatto coi malati, a loro volta invitati a restare a casa in compagnia del paracetamolo! “A questo tipo di gestione è da considerarsi imputabile una buona parte della mortalità attribuita al Covid con criteri peraltro ancora oggi oggetto di animata discussione in sede statistica e deontologica”, segnala l’Associazione, evidenziando “i conflitti di interesse legati alla classificazione dei decessi in questa o quella categoria di patologia”. In ogni caso, si osserva, i dati dell’Istituto Superiore di Sanita rivelano l’effettiva incidenza dei decessi: dall’analisi delle cartelle cliniche emerge che la quasi totalità (il 97,1%) dei deceduti con positività al Sars-Cov-2 soffriva già di altre patologie gravi, nella maggior parte dei casi plurime.

“A più di due anni dalla dichiarazione dell’emergenza sanitaria risulta inspiegabile, aggiunge poi Idra, l’assenza di una sistematica implementazione di protocolli terapeutici adeguati. Piuttosto, sono stati additati al pubblico disprezzo, screditati sui media e puniti con provvedimenti amministrativi, sospensioni e radiazioni, quei professionisti della salute che hanno praticato con successo terapie domiciliari, contribuendo così ad abbassare la mole dei ricoveri in ospedale”. Ma, soprattutto, nei Decreti adottati dal Governo, come nella comunicazione di massa sostenuta dai finanziamenti che il Governo ha fornito agli organi di cosiddetta informazione disponibili alla pubblicazione dei dati provenienti dalle fonti istituzionali, non si trova traccia di strategie di più ampio respiro, che facciano leva sull’educazione alla prevenzione, al controllo e potenziamento delle difese naturali dell’organismo, all’adozione di corretti stili di vita, di alimentazione e di pensiero”.

Lo scotto psichico più pesante della gestione dell’epidemia “è stato pagato dai giovani, dai ragazzi e dall’infanzia: anche in questo caso alle criticità ereditate dal passato nell’edilizia scolastica, nella determinazione del numero degli allievi per classe, nel reclutamento del personale docente, di sostegno, ausiliario, tecnico e amministrativo, si è aggiunta una sudditanza burocratica alla disposizioni di comodo provenienti dalle autorità. Procedure di apprendimento e regole di comportamento sociale che hanno inciso profondamente e negativamente – come oggi psicologi e psichiatri ci attestano – sulla sfera emotiva e sulla percezione del mondo”.

Più in generale, ampie e gravi falle si sono aperte nel campo del diritto, col ricorso a una serrata decretazione governativa in palese contrasto col diritto internazionale, europeo e costituzionale, che ha partorito provvedimenti restrittivi abnormi. In materia di tutela della salute, l’art. 32 della Costituzione antepone esplicitamente il diritto individuale all’interesse collettivo. D’altro canto, “non garantendo il vaccino l’immunità sterilizzante, è ragionevole dubitare anche della capacità del vaccino di tutelare la salute collettiva”.

Quanto all’inoculazione ai minori, “particolarmente riprovevole appare in questo àmbito l’uso del ‘certificato verde’ quale strumento di coercizione di fatto dei minorenni che non intendono sottoporsi all’inoculazione, senza peraltro violare alcuna legge: ragazzi e ragazze che fanno sport, anche a livello agonistico, che sono impegnati in percorsi accademici e di avviamento professionale, che si affacciano alla vita e hanno bisogno di socializzare ed esprimersi liberamente. È sotto gli occhi di tutti come le politiche ricattatorie messe in atto stanno impoverendo il paese, aumentando l’abbandono scolastico, lacerando il tessuto sociale, sottoponendo a forti tensioni famiglie già provate, minando lo sviluppo fisico e mentale dei minori, e creando grave disagio psicologico: prova ne sia il tristissimo, vertiginoso e ben documentato aumento delle malattie psichiatriche giovanili”. E non sono certo da trascurare la peculiarità chimica e biologica di questi farmaci, sostanze geneticamente modificate, la cui ingegnerizzazione – magari promettente sul piano della ricerca teorica – è suscettibile di interferire col genoma umano, ad avviso di una schiera di studiosi con un ottimo ranking professionale”.

Ecco perché, scrivono Nicola Cipriani, Stefano Isola e Girolamo Dell’Olio, “risulta del tutto inappropriata sul piano della tutela della salute l’utilizzazione di un codice – il cosiddetto ‘certificato verde’, misura strumentale rivelatasi squisitamente politica – che attesta l’avvenuta inoculazione di un simile prodotto, una o più volte, con scadenze di validità peraltro continuamente assoggettate a revisione alla luce non si comprende di quali seri criteri scientifici. Ancor più iniqua appare la discriminazione sociale che l’uso e l’abuso di questo strumento, nella versione ‘base’ o ‘rafforzata’, ha introdotto attraverso l’imposizione di restrizioni progressivamente sempre più estese e profonde alle libertà fondamentali.

Purtroppo, rilevano da Idra,nessun cambio di mentalità, di lessico, di approccio scientifico e culturale, di rapporto con la cittadinanza e con le fonti del diritto è stato possibile rilevare nelle nuove misure descritte in conferenza stampa dal Presidente e dal Ministro”, che rivendicano successi difficilmente documentabili e prospettano un futuro tutto ancora nelle mani di una presunta ‘scienza’ incapace di confronto e dibattito. “E’ ragionevole per noi temere, concludono, che – in assenza di opportune sollecitazioni – l’attività delle Istituzioni da Voi dirette continui a svolgersi ignorando i dati degli studi e le esigenze delle popolazioni. Pertanto la scrivente Associazione invita qui pressantemente:

-         il Presidente della Repubblica a recuperare attivamente il ruolo istituzionale di rappresentante dell’unità nazionale e di garante super partes dell’osservanza della Costituzione;

-         il Presidente del Consiglio dei Ministri a disporre col Consiglio dei Ministri l’immediato ritiro, attraverso Decreto legge, di tutte le condizionalità legate al possesso del cosiddetto Certificato Verde, e ad operare affinché siano rispettate le prerogative del Parlamento compresse dall’azione degli Esecutivi succedutisi da due anni a questa parte attraverso il frequente ricorso alla fiducia, la presentazione di provvedimenti urgenti da approvare senza dibattito, l’adozione di DPCM e DL in sostituzione degli iter legislativi ordinari;

-         il Ministro della Salute a convocare urgentemente sessioni pubbliche di confronto scientifico fra studiosi indipendenti con elevato ranking nazionale e/o internazionale, provatamente esenti da qualsiasi conflitto di interesse, appartenenti alle discipline legate alla gestione della salute, accogliendo le proposte – fin qui ignorate – provenienti da Atenei, Policlinici, Enti di Ricerca, Istituti di Alta Formazione e altri soggetti qualificati, e a riconsiderare dalle fondamenta, alla luce dei risultati che emergeranno da queste sessioni, la composizione dei consulenti scientifici del Ministero”.

Emergenza no stop, Firenze, 20 marzo 2022

Emergenza no stop, Firenze, 20 marzo 2022



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