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Emergenza permanente: denuncia di Idra alla Corte europea

Il filo nero che lega psico-epidemia ed economia di guerra: demoliti democrazia, informazione, diritti

Scrive alla Corte in Lussemburgo, l’associazione fiorentina che da decenni combatte gli abusi ambientali e il degrado amministrativo in Toscana.

Prende le mosse dalla desertificazione della città patrimonio dell’Umanità di nome Firenze per arrivare al cuore dell’Unione europea, al dissennato sfoggio di entusiasmo bellico della presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Per la prima volta in assoluto l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco. E’ un momento spartiacque”!

Idra propone alla Corte una concatenazione di circostanze, provvedimenti e interventi che paiono ispirati da una comune logica nefasta: le generose destinazioni urbanistiche concesse ai privati su beni storici identitari collocati in pregiate aree Unesco; la dilapidazione disordinata dell’erario per opere che distruggono risorse ambientali; l’emarginazione sociale di amplissime fasce di popolazione subiscono escluse in nome di una indimostrata emergenza sanitaria dal lavoro. dalla retribuzione, dai servizi e dalla socialità; la produzione incontrollata di atti legislativi coercitivi (DPCM e DL) privi dei requisiti di necessità e urgenza, varati comprimendo o cancellando il confronto parlamentare. L’associazione fiorentina denuncia poi il ruolo che in questo contesto sempre più autoritario gioca la cosiddetta informazione, addomesticata dai finanziamenti governativi a pioggia e trasformata in altoparlante dell’esecutivo, estranea alla missione di terzietà che le compete.

Ad aggravare il quadro di questa democrazia profondamente degradata dalle politiche divisive e dalle misure poliziesche promosse dal governo coi cosiddetti green pass si aggiungono adesso gli effetti avversi delle sciagurate scelte in materia di politica estera: senza alcuna legittimazione costituzionale l’Italia viene schierata come parte in un conflitto esterno all’Unione Europea, viene privata di ogni potere negoziale efficace, viene irresponsabilmente esposta a gravi ritorsioni economiche e al rischio concreto di trasformarsi in bersaglio militare di prima grandezza per la quantità di basi che ospita in nome di un trattato obsoleto, oramai privo di ogni giustificazione storica e ideologica.

Si annunciano poi in campo energetico misure in contraddizione flagrante coi modelli di sostenibilità ambientale coerenti col preteso programma del “Next generation EU”: il ritorno al carbone e al nucleare; l’istallazione di impianti industriali di rigassificazione in mare e di pale eoliche in montagna con impatti pesantii su paesaggio, biodiversità, vegetazione e viabilità; le trivellazioni in aree naturali protette.

Nuove deroghe si aggiungono alle già deboli misure di controllo pubblico su economia, energia, ambiente, agricoltura, allevamento, urbanistica, mentre si prospetta la reintroduzione surrettizia di prodotti (come il cibo OGM) e parametri banditi dalle normative vigenti.

Un’emergenza inanellata all’altra”, scrivono alla Corte i componenti del consiglio direttivo di Idra, “un continuum di esenzione gratuita da regole e controlli pubblici”. E rivendicano il diritto-dovere al rispetto della Costituzione, anch’essa invasa, e l’urgenza di recuperare la rete protettiva che la normativa europea e le convenzioni internazionali hanno scolpito nella nostra comune legislazione”.

E’ a questo scopo che ci rivolgiamo a Voi affinché si provveda a garantire l’osservanza del diritto comunitario nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea”, scrivono Nicola Cipriani, Stefano Isola e Girolamo Dell’Olio, chiedendo che si provveda “a rivedere e a correggere le normative restrittive dei diritti e delle libertà individuali e collettive adottate negli Stati dell’Unione, a promuovere le sane politiche ambientali di cui il pianeta abbisogna, a disinnescare l’improvvida attrazione che si manifesta in queste ore ai più alti livelli dell’Unione per la soluzione violenta dei conflitti, attraverso la guerra economica e il ricorso diretto o indiretto alle armi e agli equipaggi che se ne avvalgono. Idra sosterrà comunque in ogni sede le iniziative di contrasto costruttivo alla deriva antidemocratica in corso, ponendosi sin d’ora a disposizione Vostra e della società civile impegnata in tutela dei diritti e dell’ambiente”.



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