Idra replica: prevalga il diritto alla salute. Altri parchi esigono una revisione dell’applicazione acritica del Decreto
“Il decreto legge 105 del 23 luglio 2021 ha disposto l’obbligo della certificazione verde COVID-19 per l’accesso ai Musei, Istituti e luoghi di cultura di cui all’articolo 101 del Codice dei Beni Culturali e del paesaggio (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m.i.). Dal momento che il Giardino di Boboli, seppure all’aperto, è a tutti gli effetti un museo e rientra pertanto nel novero dei luoghi individuati dal summenzionato art. 101, lo scrivente Istituto è tenuto ad attenersi alle anzidette prescrizioni normative”. Così il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt risponde a Girolamo Dell’Olio, presidente dell’associazione fiorentina Idra, che la scorsa settimana aveva rivolto a lui e al ministro Dario Franceschini una richiesta formale di intervento urgente di ripristino della libera accessibilità al Giardino mediceo di Boboli.
“Ci sono ben note le circostanze normative cui Ella fa riferimento nella cortese risposta inviataci ieri 3 settembre 2021”, replica in tempo reale Idra. “Quello che Le chiedevamo era uno sforzo di attenzione alle esigenze della cittadinanza fiorentina, e in particolare della popolazione dell’Oltrarno, scarsamente dotata di spazi verdi adeguati – per quantità e qualità – alle esigenze di una città moderna, per di più particolarmente attrattiva di visitatori provenienti da ogni parte del pianeta”. E aggiunge, citando l’annosa battaglia che negli anni Novanta accompagnò l’introduzione di un biglietto di ingresso a pagamento (oggi ammonta a 10 euro) al polmone verde dell’Oltrarno: “Le chiedevamo, e qui torniamo a farlo, lo stesso sforzo compiuto peraltro dal Ministero cui Ella appartiene e dall’Amministrazione Comunale di Firenze quando, già negli anni Novanta, consapevoli del valore sociale, oltre che culturale e ambientale, di un bene come il Giardino mediceo di Boboli, decisero di introdurre la clausola per cui i residenti nel Comune di Firenze avrebbero goduto di un trattamento particolare nella fruizione del Giardino (in una prima fase venne introdotto un biglietto scontato da rinnovare annualmente; in un seconda fase, tuttora vigente, venne accordata la gratuità dell’accesso). Ci pare che sarebbe sufficiente mantenere dunque quel tipo di approccio anche nell’interpretazione della normativa dettata dal Decreto Legge 105 del 23 luglio 2021”.
Idra rivendica di aver espressamente indicato al riguardo un modello ragionevole e praticabile di attuazione del ripristino della libera accessibilità del giardino mediceo di Boboli. E torna a sollecitare il sostegno del responsabile sul territorio di questo bene straordinario patrimonio Unesco dal 2013: “Confidiamo che Ella possa farsi interprete presso il Ministro delle finalità della soluzione da noi proposta, apprezzandone – oltre che l’opportunità sotto il profilo sociale – la coerenza con gli obiettivi del provvedimento di convenzione stipulato negli anni Novanta del secolo scorso, e tuttora in vigore, dal Ministero e dal Comune di Firenze a beneficio della popolazione residente. La libera frequentazione di un giardino come Boboli – in una fase di sofferenza anche economica di tante famiglie colpite dalle conseguenze della recessione – dovrebbe essere incentivata, ferme restando le opportune cautele da osservare in termini di distanziamento e di uso della mascherina laddove richiesto, come all’ingresso e all’uscita”.
La lettera si conclude con l’invito a riaprire gli altri due varchi en plein air immuni da rischi di contagio: l’ingresso di Porta Romana e quello di Forte Belvedere. E ad includere nel beneficio che deriverebbe da scelta orientata alla salute “anche i visitatori non fiorentini, in un’ottica di accoglienza cosmopolita che non danneggerebbe certo l’immagine della città”.
Idra annuncia infine che analoga richiesta di “revisione dell’applicazione acritica del Decreto Legge 105”, ispirata alla medesima ratio cui si chiede di ispirarsi per Boboli, è in procinto di essere trasmessa alla Città Metropolitana di Firenze e al Polo Museale Fiorentino, oltre che ovviamente al Ministro Dario Franceschini, giacché altri importanti polmoni verdi classificati come museali (dal Parco Mediceo di Pratolino al Giardino della Villa Reale di Castello al Parco di Villa il Ventaglio) risultano “irragionevolmente sottoposti allo stesso regime: una menomazione – ci sembra – del diritto costituzionale alla salute”.