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“Una strada piena di fascino, una campagna dentro la città”

Rombai ridipinge alla giunta un lembo di vivibilità, storia e cultura da non gettare alle ortiche: via San Leonardo

I muri graffiti della romantica Via San Leonardo

I muri graffiti della romantica Via San Leonardo

“Affidiamo oggi alla Vostra lettura una breve descrizione uscita dalla penna di uno studioso illustre, già ordinario di Geografia storica all’Università di Firenze, miniera di competenze e saperi relativi al territorio fiorentino e toscano, maestro di ricerca e divulgazione scientifica, autore di centinaia di scritti su temi paesistici e ambientali, esperto di politiche di pianificazione, tutela e valorizzazione: Leonardo Rombai.

Così l’associazione Idra presenta oggi a sindaco e assessori l’ennesimo attestato di preoccupazione per le conseguenze di una variante urbanistica pesante che incombe sulla città: 300 posti letto per un luxury hotel nell’area Unesco del complesso ex monastico di Costa San Giorgio, sopra il Giardino di Boboli. Una dimensione cara a tanti fiorentini, e particolarmente apprezzata da chi la scopre provenendo magari da aree metropolitane congestionate, come tanta Italia è divenuta in ossequio al mito della ‘crescita’ (infelice). “Stiamo parlando – spiega Idra nella ventunesima lettera alla giunta sull’argomento – di quel lembo di città, l’ “altra Firenze” di cui già Vi hanno scritto Adele Seniori Costantini e, con l’ammirato stupore della studentessa trasferitasi a Firenze da assai più saturi ambienti urbani, Oliva Rucellai.

A ridosso del gigantesco intervento di ristrutturazione edilizia ammesso dalla variante corre infatti San Leonardo in Arcetri, “antica e lunga via collinare di circa 7 chilometri, che mette in comunicazione la parte sud-orientale di Firenze con Poggio Imperiale, Impruneta e il Chianti: è una strada di “artisti, innamorati” (come la definisce su YouTube Elena Giannarelli), una strada piena di fascino, tra le più amate dai fiorentini, una campagna dentro la città, che i cittadini percorrono lentamente, passeggiandola”. Come osserva Viaggiatrice curiosa, peculiarità di questa strada è il suo snodarsi fra i muri delle ville immerse nella campagna, al di là dei quali si estendono giardini, olivi, vigneti e cipressi. I muri riportano ancora l’originaria decorazione graffita a motivi geometrici, realizzata graffiando l’intonaco fresco. I “tanti monumenti di età tardo-medievale, rinascimentale e moderna” che la punteggiano ha saputo appassionatamente descrivere agli ospiti Mario Carniani, fondatore dell’Associazione Centro Guide Turismo di Firenze e Toscana, nel corso della passeggiata organizzata a giugno da Idra come terzo appuntamento pubblico del progetto partecipativo negato, e tuttavia perseguito dalla cittadinanza attiva dell’Oltrarno a prescindere dalla fragorosa indifferenza del governo della città.

Ora, se Costa San Giorgio e Via San Leonardo sono valori da preservare, scrive l’associazione, c’è legittimamente da domandarsi – a proposito dell’indotto di una variante urbanistica come quella adottata – se “nessuno ha pensato agli impatti del cantiere prima e della gestione turistica poi sulle vie circostanti”, come allarmato segnala il prof. Rombai. E se non sia il caso di considerare con la massima serietà ciò che denuncia “con forza” Elena Giannarelli nell’incontro dedicato a ‘Via San Leonardo: la strada di artisti, innamorati, fiorentini’, trasmesso in streaming dal Teatro Affratellamento il 29 gennaio scorso: Firenze sta cadendo a pezzi, e chi se ne dovrebbe accorgere non se ne accorge!”.

 

Seguirà l’intervento di Pancho Pardi, già professore associato di Urbanistica all’Università di Firenze e senatore nella XVI legislatura.

 

Il contributo di Leonardo ROMBAI

Da Costa e Porta San Giorgio: Via San Leonardo, una delle strade più belle del mondo

Il grande e storico complesso dell’ex caserma Vittorio Veneto in Via Costa San Giorgio (già monastero di San Giorgio alla Costa) e il suo contorno verde rappresentano un’area sottoposta a vincolo di tutela, che si vuole trasformare in una struttura alberghiera di super lusso, con annesse altre attività (spa e centro benessere, ristoranti, parcheggi sotterranei, strutture commerciali di vicinato), e con previsione di macroscopici interventi interrati: quali due autorimesse con accesso carrabile da Costa San Giorgio e da Via della Cava, ambienti di stoccaggio per le cucine e ambienti di servizio per la spa e il centro benessere, collegati tra di loro tramite un percorso carrabile interrato della lunghezza di circa 600 metri, con accesso da Costa San Giorgio; interventi che metteranno a rischio il fragile equilibrio idrogeologico del versante collinare che, in passato, ha manifestato movimenti franosi di non secondaria importanza.

Nessuno ha pensato agli impatti del cantiere prima e della gestione turistica poi sulle vie circostanti, a partire dalla contigua San Leonardo in Arcetri, antica e lunga via collinare di circa 7 chilometri, che mette in comunicazione la parte sud-orientale di Firenze con Poggio Imperiale, Impruneta e il Chianti: è una strada di “artisti, innamorati” (come la definisce su YouTube Elena Giannarelli), una strada piena di fascino, tra le più amate dai fiorentini, una campagna dentro la città, che i cittadini percorrono lentamente, passeggiandola.

Lungo di essa si possono ammirare tanti monumenti di età tardo-medievale, rinascimentale e moderna, a partire da Forte Belvedere e da Porta San Giorgio (con, all’esterno, il bassorilievo San Giorgio e il Drago di Andrea Pisano e, nell’interno, la lunetta con affresco Madonna con Bambino fra San Giorgio e San Leonardo di Bicci di Lorenzo), dove termina la monumentale Via Costa San Giorgio e dove ha inizio la breve e ripida Via Belvedere, che conduce a Porta San Miniato, costeggiando le mura. Lungo Via San Leonardo – oltre alla duecentesca chiesa omonima che conserva il campanile a vela, affreschi quattrocenteschi e l’antico pulpito della chiesa di San Pier Scheraggio – sorgono tante ville, spesso corredate di storiche lapidi (tra cui San Leonardo, Razzolini o Spelman, Vecchietti, Sant’Agnese, Il Gioiello, L’Invidiata, Il Barduzzo dove visse lo scrittore Mario Pratesi), la casa del pittore e scrittore Ottone Rosai e il Tabernacolo dell’Immacolata, ricordato da Giovanni Papini.

Il carattere peculiare della via, stretta e lastricata, è dato dallo snodarsi (scrive, sempre sul web, Viaggiatrice curiosa) “fra i muri delle ville immerse nella campagna, al di là dei quali si estendono i giardini, olivi, vigneti e cipressi. I muri riportano ancora l’originaria decorazione graffita a motivi geometrici, realizzata graffiando l’intonaco fresco”.

Ottone Rosai, che vi abitò dal 1933 al 1957, la descrive come una delle strade più belle del mondo, come “la rivelazione più sorprendente riservatami dalla vita. Di una rarità incomparabile per la sua forma disegnata non da ingegneri, ma dall’andamento stesso del terreno in quanto trovasi sulla sommità di una collina […], larga poco più di un viottolo [che] procede sinuosa e tortuosa tutta piena di segreti e di sorprese, arrivando, con i suoi muri poco più alti di un uomo, con gli olivi che da questi si affacciano, con alcuni cipressi secolari che annunciano la presenza discreta e quasi intimidita di una villa – o di una vecchia casa contadina – ogni tanto fino al grande piazzale del Poggio Imperiale”, che si raggiunge dopo avere superato il Viale Galileo e lo Chalet Fontana, caffè letterario fondato nel 1896, frequentato dallo stesso Rosai e da Vasco Pratolini. “Ma è lunga questa strada e la chiesa di San Leonardo e le ville e le case sono distribuite così armoniosamente nello spazio”.

 

Leonardo ROMBAI

già professore ordinario di Geografia nell’Università di Firenze

presidente di Italia Nostra – Sezione di Firenze



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