Gli appelli di Moreno Biagioni e Angelo Baracca al vaglio (si spera) della giunta di Palazzo Vecchio
Siamo alla quindicesima lettera con cui Idra accompagna la trasmissione al governo di Firenze dei contributi proposti da svariati esponenti di livello della cultura locale e nazionale.
Oggi è il turno di Angelo Baracca e Moreno Biagioni. Oggetto dell’analisi, scrive l’associazione ecologista al sindaco e agli assessori, “il modello urbanistico ed economico che ha dato luogo a Firenze, negli ultimi lustri, a una progressiva mercificazione dei beni culturali, a una perdita di identità quindi della città stessa, trasformata in fondale hollywoodiano, a una mutazione radicale del paesaggio umano per effetto di una sorta di ‘sostituzione etnica’, che vede il turista-massa consumatore avulso, fugace e distratto soppiantare l’abitante stanziale, attivo e interattivo, espulso di conseguenza dal territorio in cui affondava le radici civili, sociali, affettive”.
E’ di questa dolorosa involuzione che parlano i testimoni firmatari del Manifesto Boboli-Belvedere. Se è vero che “siamo in una società di valori rovesciati” orientati prioritariamente al profitto, come osserva Angelo Baracca, non può sorprendere che come riflesso di questa deriva sia da tempo in atto “il sacco di questa città”. Governo dell’ambiente e dell’urbanistica dovrebbero piuttosto convertirsi in parallelo a soluzioni innovative, propone il noto fisico fiorentino: abbiamo urgentemente bisogno di un ceto amministrativo in grado di “eliminare la speculazione sul patrimonio edilizio, storico e culturale, ed invece facilitare la conversione ecologica”.
Un obiettivo per raggiungere il quale deve emergere, secondo Moreno Biagioni, “l’ “altra Firenze”, quella solidale, attenta alla cura delle persone e dell’ambiente, fautrice di un turismo consapevole e sostenibile”. Una Firenze che “riesca a mettere insieme le sue molte esperienze ed energie, portandole e facendole pesare all’interno del Palazzo” e “difenda la città da chi vuole consumarla e distruggerla in nome del profitto”.
Idra attende ancora, giova ricordarlo, un segno di presenza, un indizio di reattività della Giunta fiorentina alle sollecitazioni provenienti dalla maratona oratoria civile svoltasi sotto Palazzo Vecchio lo scorso 28 maggio. A questa quindicesima lettera di trasmissione di contributi proposti da esponenti della cultura si auspica quindi possa corrispondere un riscontro!
“677 cittadini residenti nell’Oltrarno, chiede l’associazione al sindaco, sbagliano forse se ritengono che un’istanza sottoscritta fornendo i dati di identità dovrebbe dar diritto in democrazia – a ormai quasi quattro mesi di distanza – per lo meno a un colloquio, a un incontro, a un’opportunità di confronto con i propri amministratori pubblici?”.
Seguirà l’intervento di Maria Cristina FRANÇOIS, già docente a contratto presso l’Università di Firenze e l’European University Institute.
I contributi di Angelo BARACCA e Moreno BIAGIONI
Io ringrazio molto gli organizzatori e l’invito a portare il mio modesto contributo. In realtà non ho molto da dire sull’urbanistica perché sono fisico e non ne so nulla, ma mi sembra importante osservare in generale che ormai siamo abituati a che tutto quello che esiste viene messo a profitto, il territorio viene messo a profitto, i beni culturali vengono messi a profitto, figurarsi pertanto la città e il territorio urbano, e anche l’eredità storica: oggi importa trarre profitto da tutto. Abbiamo sotto gli occhi la vicenda dei vaccini, su cui non mi dilungo, ma sappiamo come il profitto domini sulla salute. Ormai vengono brevettati addirittura i geni del codice genetico umano. Così tutto viene messo a profitto in questa città, da tempo è in atto il sacco di questa città, i palazzinari continuano a costruire ma il problema della casa rimane o si aggrava ancora di più, le case popolari non vengono costruite perché non rendono a chi investe. In questa fase drammatica di crisi climatica e ecologica il consumo di suolo, lo stravolgimento del territorio, è uno dei fattori cruciali. Le città sono sviluppate in modo abnorme, sempre secondo logiche di profitto, ovviamente privato. Per contro, ad esempio, risulta che il regolamento edilizio di Firenze, del quale come dicevo non sono affatto esperto, sembra vietare le soluzioni energetiche innovative, rinnovabili, che oggi diventano più che mai urgenti. Mi sembrano due aspetti speculari: eliminare la speculazione sul patrimonio edilizio, storico e culturale, ed invece facilitare la conversione ecologica. Siamo in una società di valori rovesciati rispetto quelli che noi vorremmo e sarebbero giusti per la collettività. Le differenze sociali ed economiche aumentano, i miliardari si sono arricchiti ulteriormente mentre la fetta del 50 per cento a livello più basso della popolazione si impoverisce sempre più, la disoccupazione e la povertà aumentano.
Ritornando al problema per il quale siamo riuniti in questa maratona oratoria, mi sembra evidente che questa amministrazione comunale e questa amministrazione regionale siano succubi degli interessi privati e predatori, e non abbiano non dico le capacità ma la volontà necessaria per invertire le scelte. Ben vengano quindi le opposizioni come quella a cui stiamo partecipando, continuiamo ad alzare la voce.
Sarebbe necessario riuscire ad entrare nelle scuole, sensibilizzare e mobilitare gli studenti, perché sono i giovani quelli che nel futuro potranno usufruire, o non usufruire, della città e delle sue risorse. È vero che oggi molti giovani saranno a scuola, ma se ci sono qui degli insegnanti, e credo che ce ne siano, è importante coinvolgerli, perché sono convinto che solo coinvolgendo i giovani possiamo sperare di riuscire a cambiare le cose e a rovesciare la situazione.
Angelo BARACCA
fisico
Il processo per trasformare Firenze in una città vittima sempre più del turismo predatorio “usa e getta” sta procedendo inesorabile ed è destinato a riprendere, nonostante le affermazioni che “nulla sarà come prima”, anche dopo la fine della pandemia.
Siccome però tutto ciò non è frutto del destino “cinico e baro”, ma di precise scelte politiche, è possibile fermare tale processo.
Occorre che l’ “altra Firenze”, quella solidale, attenta alla cura delle persone e dell’ambiente, fautrice di un turismo consapevole e sostenibile, riesca a mettere insieme le sue molte esperienze ed energie, portandole e facendole pesare all’interno del Palazzo, riuscendo a bloccare gli interventi oltraggiosi come quello denunciato dal Manifesto Boboli-Belvedere”, difenda la città da chi vuole consumarla e distruggerla in nome del profitto.
Confido che l’azione oggi concretizzatasi nella Maratona vada avanti, produca altre iniziative, porti davvero ad una svolta nelle politiche cittadine.
Moreno BIAGIONI
Rete Antirazzista