Una terzina del Poeta dedicata alla Firenze di oggi, ispirati da papa Francesco
Questa volta, nel presentare alla giunta di Palazzo Vecchio tre nuovi punti di vista (il musicista Alvaro Company, il musicologo Pier Paolo Donati e il docente di critica artistica e del restauro Luca Pezzuto) sulla turistificazione che continua ad avanzare in città, Idra prova a scomodare il XVI canto dell’Inferno.
“Vengono in mente – scrive l’associazione al sindaco e agli assessori – le parole di Papa Francesco nella sua Lettera apostolica Candor Lucis aeterne, diffusa in occasione del VII Centenario della morte del poeta: “Dante non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio”. Immaginiamo davvero che Dante, nostro compagno di viaggio, approverebbe oggi una scelta come quella che minaccia di travolgere i connotati della collina di Belvedere, di Costa San Giorgio e di Via San Leonardo? Non si troverebbe piuttosto costretto a gridare con la faccia levata le stesse parole con cui marchia, nel XVI dell’Inferno, la sua e la loro Fiorenza rivolgendosi a tre concittadini del buon tempo antico, Iacopo Rusticucci, Guido Guerra e Tegghiaio Aldobrandi: “La gente nuova e i sùbiti guadagni / orgoglio e dismisura han generata, / Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni”?
Il paragone non sembra del tutto peregrino: anche in Costa San Giorgio, infatti, il progetto di trasformazione urbanistica è promosso da ‘gente nuova’, con l’avallo di Palazzo Vecchio. E tanta altra ‘gente nuova’ – sappiamo – si è impossessata di parti pregiate della città, e continua numerosa ad affacciarsi su un mercato immobiliare divenuto estremamente facile. E’ ormai esploso a Firenze il turismo dei grandi investitori immobiliari del settore del lusso, che si affrettano a comprare prima che i “pezzi buoni” siano in mano altrui. Il risultato sociale di tutte queste operazioni non sembra essere quello del ritorno della residenza, del reinsediamento cioè di una popolazione espulsa da un modello turistico tutto da ripensare…
Oggi il percorso partecipativo negato “Laboratorio Belvedere” propone tre nuove suggestioni. Due sono pervenute dalla nostra Firenze. Una, particolarmente cara per il valore associato alla provenienza del messaggio, è arrivata dall’Università de L’Aquila. “Ispiratrici tutte, ci auguriamo, si legge nella lettera alla giunta, di una benefica riflessione sui contenuti della Variante Costa San Giorgio, come suggeriscono le autrici e gli autori dei contributi trasmessi a sostegno del Manifesto Boboli-Belvedere. Contributi che a nostra volta curiamo di inoltrare, come oggi, ai Vostri indirizzi, in attesa che venga accordato quanto meno un incontro o un colloquio ai rappresentanti di un’importante porzione di cittadinanza, i 677 residenti nella zona Oltrarno del Quartiere 1 promotori di un progetto - ammesso dalla Regione Toscana in ottemperanza alla legge varata nel 2013 – sulla sua preziosa area Unesco, interessata dalla nuova destinazione urbanistica di due ex conventi, medievale l’uno, cinquecentesco l’altro, confinanti con l’antichissima Chiesa di Santa Felicita, Palazzo Pitti, il Giardino di Boboli e Forte Belvedere. Non sembra trattarsi di un settore della città – insistono da Idra – che possa essere ragionevolmente ‘trasformato’ senza un adeguato e approfondito dibattito pubblico, che tenga conto anche delle numerose voci autorevoli levatesi dal mondo dell’arte e della cultura”. E concludono: “Solo una parte di esse ha potuto avere spazio nel corso della Maratona oratoria civile svoltasi lo scorso 28 maggio sotto Palazzo Vecchio: altre attestazioni di allarme si stanno aggiungendo in queste ore con la convinta adesione all’appello del Manifesto”.
Seguiranno gli interventi di Antonio Paolucci, già direttore dei Musei Vaticani, Antonio Natali, direttore degli Uffizi dal 2006 al 2015, e Bernardo Francesco Gianni, abate a San Miniato.
I contributi di Pier Paolo DONATI, Alvaro COMPANY e Luca PEZZUTO
Impossibilitato a partecipare alla manifestazione come avrei desiderato, invio il più vivo ringraziamento a coloro che hanno reso possibile l’iniziativa; una Maratona oratoria che dimostra come il senso civico e il desiderio di difendere dalla speculazione privata il patrimonio di storia e di arte che Firenze conserva a beneficio di tutti non siano estinti, benché si faccia di tutto per ottunderlo e cancellarlo, il senso civico. E per fortuna con scarso successo, come dimostra il numero di coloro che hanno sottoscritto i rilievi e le osservazioni contenute nel Manifesto Boboli-Belvedere sul progetto di trasformazione presentato al Comune dal solito Creso miliardario privato, e come attesta l’impegno dei tanti concittadini più o meno illustri per rendere partecipe il mondo della cultura internazionale dello sdegno suscitato da un’operazione che intende imporre servitù di passo nientemeno che al Giardino di Boboli e a Palazzo Pitti.
Dei tanti tradimenti dei principi di conservazione e di tutela del patrimonio artistico nazionale a cui mi è accaduto di assistere nella lunga frequentazione dei preposti Uffici fiorentini e romani, non riesco a ricordarne uno più deleterio di questa paventata Variante urbanistica, per i danni morali e materiali che sottintende e comporta.
Con l’auspicio che le testimonianze di solidarietà e di sostegno giunte da ogni parte possano ottenere dall’Amministrazione comunale l’apertura di un dialogo con la cittadinanza, vorrei rivolgere un sentito ringraziamento ai promotori del Manifesto Boboli-Belvedere, che in questa stagione così infausta per i Beni culturali assumono ai miei occhi la figura e il ruolo di veri e propri eroi civici.
Pier Paolo DONATI
storico dell’Arte e Musicologo, già docente all’Università di Firenze
già membro della Commissione Nazionale tutela Organi Storici del Ministero dei B. C.
Apprendo, ma per mia fortuna non vedo più le trasformazioni che già hanno snaturato o adesso minacciano di stravolgere irrimediabilmente la Firenze in cui sono nato 90 anni fa e in cui ho passato la mia vita di musicista. Basti dire che abito di fronte all’involucro del Palazzo della Gherardesca, stuprato per trasformarlo nell’albergo di lusso “Four Seasons”.
Aderisco convintamente al “Manifesto”, perché si riesca a preservare ciò che ha reso Firenze quella che ancora in parte è, ora quindi in particolare il territorio tra l’Arno, Palazzo Pitti, Porta Romana ed il bel Forte stellare.
Mi verrebbe da gridare “Giù le mani!”.
Le mani devono proteggere e custodire per trasmettere ai posteri ciò che di prezioso e sempre fragile abbiamo ricevuto in dono immeritato noi.
Alvaro COMPANY
musicista
Porto la mia adesione alla maratona oratoria civile in una duplice veste.
Come docente di storia del restauro e della critica d’arte, poiché ritengo le proposte legate alla variante urbanistica Costa San Giorgio del tutto inappropriate dal punto di vista scientifico, ma anche urbanistico, etico e civile.
Come cittadino dell’Aquila martoriata dal sisma del 6 aprile 2009, a ricordare l’entità dei danni provocati dalla mancanza di un processo partecipativo e dall’assenza di dibattito pubblico e di ascolto, con soluzioni calate verticalmente senza tenere conto del tessuto sociale, che si tratti di catastrofi naturali, di gentrificazione, o di qualunque altra cosa. Le battaglie dal basso vanno combattute, appoggiate e diffuse (tornano in tutte le città, cambia solo la tipologia di interessi in campo, ma i diritti lesi sono sempre i medesimi), ed è per questo che ho firmato convinto il vostro appello.
Luca PEZZUTO
professore associato di Museologia e critica artistica e del restauro
Dipartimento di Scienze Umane, Università de L’Aquila