Dal Ministero, una relazione tecnica superficiale, lacunosa e sbrigativa sui due tunnel progettati sotto Firenze e sulla sicurezza delle gallerie appenniniche
Idra invita Giovannini a essere green nei fatti: PNRR da correggere! Urgono coerenza e opere utili alle generazioni future
“Consideriamo improprio e inaccettabile perseverare in investimenti pubblici anacronistici, come quelli che in era pre-Covid sono stati indirizzati su ‘grandi opere’ infrastrutturali ottocentesche rese completamente obsolete anche dalle conseguenze della crisi sanitaria globale”. Così Idra nella replica al parere trasmesso dal Ministero con oltre due mesi di ritardo sul doppio sotto-attraversamento TAV di Firenze e sul tunnel appenninico TAV-TAC fra Emilia e Toscana.
Dopo l’incontro a febbraio dello scorso anno col ministro Paola De Micheli e con la Struttura tecnica di missione di Porta Pia, era stato infatti costituito a Roma un gruppo di lavoro coordinato dal preside del Politecnico di Milano prof. Ferruccio Resta (ne hanno fatto parte anche il prof. Gabriele Malavasi, il prof. Attilio Toscano, l’ing. Carlo Prischich e l’ing. Giuseppe Palermo) con l’incarico di analizzare il carteggio tecnico intercorso fra Idra e RFI sull’inconcludente cantiere TAV nella città patrimonio dell’Unesco e sui conclamati deficit di sicurezza nella galleria fra Firenze e Bologna, inaugurata nel 2009.
Dopo svariati mesi di lavoro, ne è uscito un documento, datato 18 gennaio 2021, che non è stato però recapitato all’associazione destinataria, Idra. Solo dopo solleciti, è stato trasmesso a Firenze nove settimane più tardi.
Ma si tratta di un documento francamente inadeguato: “Esprimiamo profonda delusione nel constatare che i risultati dell’analisi condotta – ammesso che di analisi si possa legittimamente parlare – si riducono alla riproposizione acritica degli enunciati di RFI, apoditticamente accreditati a prescindere dal confronto con i dati e le argomentazioni puntuali prodotte dalla scrivente Associazione”, segnala al nuovo ministro Giovannini, entrato in carica dopo la conclusione dei lavori della commissione ministeriale, il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio, membro della delegazione ricevuta dal ministro Paola De Micheli il 19 febbraio 2020, alla vigilia della pandemia. Secondo l’associazione, infatti, delle controdeduzioni con cui Rete Ferroviaria Italiana risponde ai dati e agli argomenti presenti nel dossier consegnato nell’occasione al Ministro e alle successive osservazioni trasmesse a maggio 2020 “sono agevolmente dimostrabili l’infondatezza, l’incompletezza o la confutabilità, solo che si proceda ad un fact checking serio e indipendente”.
Rimangono in ogni caso insoddisfatte le istanze di aggiornamento informativo sullo stato dell’arte dell’annunciata (o millantata?) ripresa della cantierizzazione TAV a Firenze. Pertanto l’associazione “torna a chiedere che con ogni possibile sollecitudine si dia riscontro alla richiesta – fin qui inevasa – di sapere se sia stato completato il percorso di project review del progetto di nuova stazione e di doppio sotto-attraversamento AV, e di conoscerne evidentemente gli esiti, perché possano essere sottoposti a un ordinario procedimento democratico di verifica pubblica”. Nel descrivere le situazioni per le quali è previsto un approfondimento, infatti, le affermazioni contenute nel documento del Ministero presentano soltanto verbi coniugati al futuro! La rivisitazione del progetto, quindi, non è affatto compiuta, a quanto pare.
E del resto, come potrebbero mai essere ripresi i lavori, chiede Idra al ministro, se ancora nel documento si legge che “le segnalazioni relative alle criticità emerse nelle attività dell’osservatorio ambientale ed i suggerimenti espressi dall’associazione IDRA costituiscono certamente utili presupposti per rilanciare questo strumento e per prevenire o mitigare impatti
sull’ambiente”, e che “per quanto concerne la richiesta di riattivare l’Osservatorio Ambientale, anche RFI si dichiara disponibile a sollecitare in tal senso gli Enti Locali e le Autorità Centrali competenti, “sino al ripristino della piena funzionalità di detto ente””?
L’Osservatorio dunque ancora non c’è. Diversamente, il Ministero risponda al quesito posto da Idra da oltre un mese: e cioè “se sia stato reinsediato, e in questo caso quando, con quale compagine, con quale programma”. E’ logico infatti chiedersi, commenta l’associazione, “quale crisma di legittimità e di serietà sotto il profilo delle esigenze di tutela ambientale e di sicurezza del territorio, dei lavoratori e dei cittadini possano avere – se confermate – le attività di riavvio della cantierizzazione, e addirittura l’avvenuto ripristino delle lavorazioni nell’area di cantiere della progettata Stazione Foster, di cui – senza smentite da parte del Ministero – gli organi di informazione locali danno notizia”.
Il documento redatto su carta intestata del Ministero dal Gruppo di lavoro coordinato dal prof. Resta non si occupa soltanto dell’ultraventennale progetto – tenacemente arenato – di doppio sotto-attraversamento controfalda della città e della Fortezza medicea di Firenze. Imbarazzanti lacune presenta anche in tema di valutazione del rischio dei 60 km di gallerie monotubo scavate sotto le montagne dell’Appennino tosco-emiliano, che per quanto è dato sapere sono prive del tunnel parallelo di soccorso e dei requisiti previsti dal DM 28/10/2005: sette finestre di fuga su quattordici sono collocate a distanze che superano l’una dall’altra i quattro chilometri dettati dal Decreto “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”, e presentano pendenze (fino al 13,93%) e lunghezze fino ad oltre un chilometro e mezzo, in piena montagna appenninica. Se le cose sono cambiate, non appaiono sufficientemente chiare le notizie contenute nel documento. Idra lamenta la clamorosa assenza di carte e dati nei riscontri forniti: “Ci si chiede quale valore probante possa mai detenere un parere che non risulta accompagnato dalla documentazione evocata”. E sottolinea, piuttosto, “l’esigenza che siano considerati con l’indispensabile serietà e tempestività nel Ministero le criticità aggiuntive sul piano della sicurezza del personale viaggiante, dei passeggeri e dell’infrastruttura ferroviaria che derivano dall’interferenza dei passaggi merci notturni nella tratta AV Bologna-Firenze con le esigenze di manutenzione dell’infrastruttura”. Perché la lezione del ponte di Genova, e delle ‘distrazioni’ attestate, non rimanga un monito astratto!
Nella nota trasmessa stamani, l’associazione ecologista fiorentina spinge poi lo sguardo ben oltre i confini regionali, richiamando all’attenzione del ministro “l’urgenza di arrestare il cambiamento climatico planetario attraverso politiche attive, nazionali e locali, di riduzione delle emissioni di CO2, cancellando quindi interventi che – mentre promettono potenziali benefici nel lungo termine – assicurano inversamente nel presente e nel breve termine incrementi delle emissioni, come è tipico delle cantierizzazioni TAV, in particolare laddove esse prevedono opere in sotterraneo (Val di Susa, Nodo fiorentino, BBT Brennero, Salerno-Reggio Calabria)”.
Secondo Idra, le scelte in materia di sviluppo sostenibile delle infrastrutture ferroviarie devono d’ora in avanti tenere prioritariamente conto anche:
- “degli sviluppi che le conseguenze della pandemia in atto, e quelle riferibili a potenziali future emergenze sanitarie, determinano oggettivamente nella mobilità locale e globale, anche in seguito ad un “cambio modale” del lavoro che sempre più si svolgerà a distanza;
- dell’esigenza di drenare risorse dalla realizzazione di opere capital intensive e labour saving (quali, nella fattispecie, TAV e consimili) per indirizzarle su investimenti pubblici in opere socialmente utili ed economicamente vantaggiose in quanto capital saving e labour intensive;
- della necessità di provvedere alla domanda di mobilità sostenibile attraverso interventi caratterizzati da immediata efficacia e frugalità”.
Suggerimenti che l’associazione fiorentina raccomanda al ministro Giovannini di non trascurare all’atto di presentare il bilancio preventivo degli interventi da inserire nel PNRR, alla definizione del quale, si rileva con viva insoddisfazione, “nessun canale di ascolto della società civile e dell’associazionismo è stato dedicato”.