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No, signor Ministro della sostenibilità: così non va!

Cosa c’entrano col futuro l’imposizione militare della TAV in Val di Susa e il denaro delle future generazioni in una faraonica Salerno–Reggio Calabria? Potremmo ricorrere in Europa

Giuliano '95

Non è chiusa al dialogo, ma è certo ferma e inequivocabile la posizione assunta dall’associazione ecologista fiorentina Idra sui provvedimenti che il nuovo Governo sta adottando in Val di Susa, in continuità con la peggior strategia trasportistica pre-Covid. Ancor più inquietante il progetto-spezzatino della TAV Salerno–Reggio Calabria: perseverare si annuncia diabolico!

Mentre attende da un mese le informazioni certe richieste sul sottoattraversamento AV di Firenze, per il quale è in piedi da febbraio 2020 una per ora purtroppo deludente interlocuzione istituzionale col Ministero e la sua Struttura tecnica di missione, Idra scrive direttamente al ministro Enrico Giovannini: Venendo alla stretta attualità, e in particolare alle confermate cantierizzazioni  AV in Val di Susa dove, oltre alla linea ferroviaria Torino-Lione, adesso spunta anche un paradossale autoporto per i camion, di cui si hanno notizie non edificanti dalle cronache, e alle nuove scelte annunciate in materia di sviluppo infrastrutturale sostenibile, come la TAV Salerno – Reggio Calabria, da realizzare attingendo al fondo europeo Next Generation Eu, ci rivolgiamo direttamente a Lei, come vede, sig. Ministro, perché temiamo che tali atti pregiudichino invece gravemente l’auspicata transizione ecologica.

E spiega: il caso della Val di Susa “si presenta come una coazione a ripetere errori che – gravissimi già prima della pandemia – risultano a nostro avviso imperdonabili oggi: non fa onore a uno Stato democratico dover militarizzare i propri territori, contro le volontà dei cittadini residenti e dei loro Amministratori locali, per dare esecuzione a un progetto che una folta schiera di parametri trasportistici, ambientali e sociali descrive come quanto meno discutibile. Fa specie poi constatare che, in luogo di adottare una metodologia rinnovata di rapporto con le comunità locali ispirata all’ascolto, all’informazione e alla trasparenza, si ricorre – esattamente come prima – alla politica degli idranti e dei lacrimogeni”.

Ma non basta: Ancor più contraddittorio appare, rispetto agli annunciati obiettivi di rilancio e resilienza, utilizzare fondi europei che gravano su un gigantesco debito aggiuntivo accollato alle future generazioni per avviare – col classico scaltro metodo-spezzatino – un’ennesima Grande Opera chiamata a divorare denaro pubblico in un Mezzogiorno che necessita di una miriade di piccole opere infrastrutturali, di efficientamento e manutenzione dell’esistente, di prevenzione e sicurezza, di riassetto idrogeologico, ricostruzione e intervento antisismico, di valorizzazione ambientale e tutela culturale, nonché di altri servizi essenziali (dalle scuole agli ospedali agli uffici postali). Qui, non ci si limita a mantenere in essere un modello che mina la coesione sociale. Si fa di peggio: si aggiunge del nuovo, si aggiunge spreco a spreco, anacronismo ad anacronismo”.

L’Associazione che dal 1994 contrasta i conclamati (ma prescritti) danni ambientali ed erariali in Toscana provocati dalla snervante cantierizzazione della tratta sotterranea appenninica TAV inaugurata nel 2009, piena di interrogativi anche sul piano della sicurezza dell’esercizio, si confessa delusa: Ci eravamo fatti un’idea diversa delle Sue convinzioni e intenzioni, signor Ministro, ascoltando negli anni passati saggi e ponderati interventi in materia di ambiente e economia nel contesto dell’ Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Le circostanze attuali ci spingono a temere invece che siano state frutto di un malinteso. Confidiamo tuttavia di poterci quanto prima ricredere, e a questo scopo rinnoviamo la richiesta di poterLa incontrare personalmente, per aver modo di testimoniarLe in maniera distesa la ragionevolezza dei nostri argomenti”. Ad ogni buon conto, precisa l’Associazione, non potremo mancare di segnalare con ogni mezzo legittimo e nonviolento in Europa, sig. Ministro, l’eventuale tentativo del Governo italiano di presentare come legittimo e nonviolento l’uso di denaro aggiuntivo delle future generazioni per soddisfare appetiti e illusioni che hanno caratterizzato con esiti sovente fallimentari le politiche delle vecchie generazioni”.



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