I cittadini ci credono, e annunciano la nuova tabella di marcia nel Quartiere che ospita il Centro storico Unesco
Un’ora di audizione ieri in streaming presso la Commissione territorio e ambiente del Quartiere 1 di Firenze, interessato da un pesante progetto di trasformazione edilizia a ridosso del Giardino di Boboli: la destinazione a grande albergo 5 stelle deluxe degli ex Conventi di San Giorgio e dello Spirito Santo e di San Girolamo e San Francesco, utilizzati nello scorso secolo dalla Difesa per una nota Scuola di Sanità militare. Alla Commissione, presieduta da Andrea Abbassi e presente pressoché al completo, si sono aggiunti anche la vice presidente del Quartiere e un consigliere membro delle Commissioni “Servizi educativi” e “Giovani e sport”. Della delegazione ospite facevano parte le stesse persone che hanno incontrato il 21 gennaio scorso il presidente del Consiglio di Quartiere 1 Maurizio Sguanci: per Idra, il segretario Sabina de Waal e il presidente Girolamo Dell’Olio; con loro, Claudia Bernabei in rappresentanza della cittadinanza attiva raccoltasi attorno alla proposta di attivare un processo di trasparenza e dibattito pubblico sul caso urbanistico di Costa S. Giorgio. La delegazione ha attribuito a questo appuntamento una valenza particolare: quella di esordio del processo partecipativo. Un percorso che, hanno riferito i proponenti, benché accolto dalla Regione Toscana è ancora al palo proprio presso l’Ente locale che ospita il Centro storico Unesco di cui fa parte il complesso di Costa San Giorgio. Un percorso che ha “lo scopo di mettere i diversi portatori di interessi in condizione di ascoltarsi in maniera mediata e intelligente, per arrivare a soluzioni il più possibile effettivamente condivise”. Secondo la delegazione intervenuta, in realtà “per il Quartiere questa è l’occasione giusta per dimostrare la propria efficace vicinanza alla popolazione amministrata”. E il momento attuale è quello più opportuno se si intendono colmare le lacune informative sulle intenzioni della proprietà concepite in quel sito pregiato in era pre-Covid, e sulla variante urbanistica che su quelle intenzioni è stata pericolosamente ritagliata prevedendo una quasi-monocultura turistico-ricettiva. “Il nostro modello turistico è in evidente necessità di profonda trasformazione, ha osservato il presidente di Idra, e in questa direzione si era apparentemente impegnata anche l’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re, un anno fa. Quella della proprietà è un’ipotesi che è ancora da realizzare, e non possiamo pensare a “Firenze Prossima” – il percorso partecipativo che il Comune sta avviando sul nuovo Piano operativo – come a qualcosa di avulso dallo scenario che incombe su Costa San Giorgio. Anche questo è “prossimo”, infatti: siamo nella fase precedente all’approvazione dello strumento urbanistico, e non c’è ancora un progetto già pronto, se Dio vuole! Se ci fosse un progetto esecutivo, lì veramente non si sarebbe in grado di intervenire come cittadini! Invece adesso siamo proprio nella fase giusta, e questo ce lo riconosce l’Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione. Non vediamo perché non se ne dovrebbe avvalere l’Ente locale negando un sostegno. Bisogna disegnare delle alternative possibili! E noi da ieri stiamo partendo a raccoglierle”. Ma i cittadini si spingono più in là, gettando il cuore oltre l’ostacolo: “Il nostro progetto, ve lo diciamo umilmente, ma anche con grande entusiasmo, parte comunque. Noi faremo comunque delle passeggiate culturali guidate a disposizione dei cittadini e degli studenti. Faremo comunque incontri virtuali o in presenza non appena sarà possibile. Faremo comunque in modo tale che coloro che tengono a Firenze da un punto di vista intellettuale, emotivo, affettivo e di qualsiasi altro genere, possano far valere l’importanza della nostra città: lì siamo nel cuore Unesco, il più fragile, anche idrogeologicamente, di Firenze!” Preannunciano per giunta una valanga di firme pesanti sotto un documento che sta circolando negli ambienti legati alle sorti della città patrimonio mondiale dell’Umanità: “Non sono poca cosa le 677 firme di cittadini residenti raccolte ai tavoli e nei negozi dell’Oltrarno. E non sono poca cosa le centinaia di nuove adesioni qualificate che vedrete fra qualche giorno pubblicare sotto il Manifesto Boboli-Belvedere: firme di storici dell’arte, intellettuali, donne e uomini di cultura locali, nazionali e internazionali stanno per essere rese note, sotto un documento che chiede la stessa identica cosa: di aprire una finestra di dibattito pubblico”. Il progetto depositato da Idra in Regione, è stato sottolineato, prevede anche l’intervento nelle scuole. “Le ragazze e i ragazzi hanno un gran bisogno di uscire da questo dedalo di angoscia, di ansia, di depressione che deriva dal Covid. E allora – ha suggerito Dell’Olio – potranno forse giovare alla salute e alla formazione dei nostri studenti delle passeggiate guidate da esponenti della cultura in grado di far apprezzare in diretta l’incanto di Costa San Giorgio, che è anche la casa di Galileo Galilei, e di Via San Leonardo, che è anche la casa e lo studio di Ottone Rosai. A questi luoghi conviene assolutamente a nostro avviso mantenere quella qualità della vita, e qui il Comune, ma se non è il Comune lo sia per lo meno il Quartiere, deve difendere questi valori, secondo noi assolutamente inalienabili”. “Quelli che potevano essere l’orientamento e i desiderata nell’era pre-Covid – ha suggerito di considerare la delegazione – sono scenari che, siamo convinti, la proprietà avrà pensato bene essa stessa di rivedere. Il contributo che la città può dare è proprio quello di stabilire una relazione collaborativa, non antagonistica, fra proprietà, cittadinanza e istituzioni. Perché a noi non interessa confliggere: a noi interessa collaborare, a noi interessa fare in modo che la cittadinanza possa esprimere proposte in un arco limitato di tempo, massimo 6 mesi, nel quale collettivamente discutere, confrontarsi, dibattere, suggerire soluzioni: da ieri abbiamo attivato un account e-mail, che si chiama intuitivamente bobolibelvedere@gmail.com, e abbiamo già ricevuto alcuni primi contributi”. In conclusione, quattro precise richieste al Quartiere: - una sollecita decisione sul sostegno da assicurare al processo partecipativo; - una rivisitazione dei nuovi atti acquisiti e presentati dall’associazione, e delle metodologie adottate nel corso del procedimento che ha portato all’adozione della variante , suscettibili di qualche perplessità; - una seduta pubblica della Commissione sul posto, come suggerito a gennaio alla delegazione dal presidente Sguanci; - un aiuto a stabilire una interlocuzione costruttiva con la proprietà.