Superata di slancio la soglia delle 400 firme necessarie al progetto partecipato “Laboratorio Belvedere”: parta l’urbanistica partecipata!
Lo ha segnalato a chiare lettere il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: intervenire sulla collina che alimenta le sorgenti del giardino rinascimentale fra i più celebri del pianeta può rappresentare un fattore di rischio serio.
Lo anticipano – a chi ha potuto leggerli – i programmi di scavi e di ristrutturazione edilizia profonda che la nuova proprietà dell’ex convento di S. Girolamo e S. Francesco in Costa San Giorgio (già Scuola di Sanità militare, Caserma “Vittorio Veneto”) ha proposto al Comune di Firenze per la realizzazione di un grande albergo moderno a 5 stelle de luxe, completo di parcheggi e wellness. In era Covid, Palazzo Vecchio ha accordato alla nuova proprietà una destinazione urbanistica turistico-ricettiva per l’86% dei 16.137 mq di superficie disponibili (Relazione Urbanistica, pag. 21): una scelta che agli occhi dei più avvertiti suona – ancor prima che pericolosa per le trasformazioni richieste – anacronistica e improvvida.
Ma adesso Palazzo Vecchio può riflettere, col sostegno dei primi oltre 400 cittadini residenti in Oltrarno che già hanno maturato con nome, cognome e documento di identità il diritto alla partecipazione. Fra le personalità di rilievo che hanno sottoscritto il progetto “Laboratorio Belvedere”, Giovanni Pallanti, giornalista e scrittore, Giuseppe Cini, già direttore del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, Massimo Listri, fotografo, Adele Seniori Costantini, medico epidemiologo. A fianco, numerose le firme di fiorentini non residenti nel quartiere, come Olivia Turchi, attiva nell’antiquaria Via Maggio, Marco Geddes da Filicaja, già assessore alla Sanità e servizi sociali a Palazzo Vecchio, Ubaldo Nannucci, già procuratore della Repubblica di Firenze. Verranno consegnate anch’esse all’Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione, ad attestare la vigilanza che i cittadini tutti stanno esercitando su un procedimento urbanistico che non è stato sottoposto né a un dibattito pubblico né a Valutazione Ambientale Strategica. Un procedimento che tuttavia è fortunatamente sospeso fra la fase dell’adozione e quella dell’approvazione (ancora tutta da calendarizzare) della variante urbanistica dedicata all’ex Scuola di Sanità militare.
Adesso tocca alla Giunta di Palazzo Vecchio intervenire nel processo partecipativo!
La Regione Toscana ha autorizzato, del resto, il percorso di ascolto proposto da Idra e dalla cittadinanza attiva fiorentina prevedendo l’erogazione delle risorse necessarie allo svolgimento del progetto.
Si potrà così porre rimedio, come permette la legge regionale sulla promozione della partecipazione vantata come una delle più avanzate d’Italia, alle conseguenze gravi e irreversibili che potrebbero derivare dall’ennesima monocultura turistica, programmata per giunta in uno dei quadranti idrogeologicamente più fragili e delicati della città Unesco. E’ questo infatti il cuore del problema: non il collegamento dell’albergo con Pitti e Belvedere, che si pretende tramontato e che è stato invece solo accantonato nella variante adottata a giugno dell’anno scorso e rinviato a un futuro ‘apposito atto separato’ (Relazione Urbanistica, pag. 23). Ben più gravi e definitivi sarebbero infatti gli impatti degli scavi, nel ‘Poggio delle Rovinate’, sull’approvvigionamento idrico di fonti, fontane e vasche di Boboli, come il direttore Schmidt giustamente paventa.