Troppe inesattezze nella risposta a una domanda di attualità sui diritti di partecipazione dei cittadini alla Variante di piano che minaccia la fragile e romantica collina nel centro storico UNESCO
“Le affermazioni dell’assessore in Consiglio hanno suscitato in noi più di una perplessità. Pertanto ci permettiamo di scriverVi da fuori la porta dell’Aula, per precisare alcune circostanze a nostro avviso inesatte riferite dall’assessore, e fornire quindi anche noi un apporto a che i rappresentanti della cittadinanza siano messi in grado di formarsi un’opinione col contributo di un’informazione indipendente”. Con queste parole esordisce l’appello a una riflessione sul caso della Variante “Ex Caserma Vittorio Veneto” in Costa San Giorgio che Idra ha trasmesso stamani alla stessa titolare di Urbanistica e al Consiglio comunale, in vista dell’ultima seduta della stagione, in calendario domani.
L’associazione fiorentina fa presente di aver inviato due istanze Pec al sindaco Dario Nardella, il 16 luglio e il 22 luglio, affinché si provvedesse a un differimento dei termini – in scadenza lo scorso 25 luglio – per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini alla Variante che interessa l’enorme complesso in Costa San Giorgio, fra Giardino di Boboli e Forte Belvedere. Si chiedeva di tener conto delle difficoltà di comunicazione e di riunione imposte dall’emergenza Covid, e della totale assenza di iniziativa informativa (sia ordinaria sia straordinaria, per controbilanciare possibilmente l’handicap della pandemia) da parte dell’Amministrazione Comunale. “Abbiamo potuto constatare infatti, e ce n’è consapevolezza anche presso la Direzione Urbanistica, segnala l’associazione, che sono del tutto ignari dei contenuti della Variante sia i cittadini residenti nelle immediate vicinanze del complesso, e dunque quelli destinati agli impatti più importanti di cantiere e nella sistemazione prevista a regime, sia la pur sempre più assottigliata popolazione dell’area Unesco, nei cui confini quel complesso ricade”. Ma né l’assessore né il sindaco hanno ad oggi ritenuto di dovere una risposta argomentata, o una risposta checchessia.
Se risposta deve considerarsi invece quella fornita dall’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re in Consiglio il 20 luglio scorso, Idra osserva che non c’è stata una replica nel merito, ma semplicemente un sordo ribadire ‘a prescindere’ quello che già era stato deciso. E passa a smentire nei dettagli anche le notizie “eufemistiche” fornite dall’assessore al Consiglio.
Come si può parlare di tempestività nel rilascio dell’informazione e della documentazione sull’ex Scuola di Sanità militare di Costa S. Giorgio, quando la richiesta risale al 4 maggio e gli atti sono stati ottenuti il 7 luglio?
Come si può dichiarare che “la discussione su questo immobile è passata da una partecipazione, che è quella di un concorso di idee per individuare le funzioni compatibili”, confondendo l’attività di un privato, il neoproprietario della ex Caserma, con un processo partecipativo? “In nessun modo quel concorso ha comportato il coinvolgimento della cittadinanza, né sul piano dell’informazione né tanto meno su quello della consultazione, chiarisce l’associazione ecologista. Anche la determinazione della composizione della Commissione giudicante del concorso era in ogni caso prerogativa esclusiva del privato”!
Quanto all’altra affermazione dell’assessore secondo cui la “Soprintendenza ha ritenuto idoneo e anzi ha apprezzato tutto questo lavoro che è stato compiuto dai professionisti per recuperare questo bene”, Idra fa sommessamente notare che, a proposito del progetto di ascensore a cremagliera Boboli-Belvedere sulle mura presentato dal privato, proprio dal rappresentante della Soprintendenza nella Conferenza di servizi “viene espressa perplessità”, dato che “presenta rilevanti problemi di fattibilità, dovuti anche alla gestione di flussi privati all’interno di uno spazio demaniale, gestito da un istituto del MIBAC dotato di autonomia, le Gallerie degli Uffizi, con la previsione del coinvolgimento di un imprenditore privato per la realizzazione di interventi su beni di proprietà demaniale”. Una dichiarazione che, nel linguaggio felpato della diplomazia istituzionale, sembra legittimo poter interpretare come sinonimo di inaccettabilità.
Infine, una vibrata rimostranza a nome della cittadinanza tutta, esclusa di fatto – se non di diritto “ai sensi della normativa vigente” – dalla conoscenza di un progetto dagli impatti manifestamente pesanti in un’area delicatissima, su di un complesso che le stesse delibere comunali definiscono “un elemento di grande rilevanza architettonica nel centro storico UNESCO”. Esclusi per giunta dalla possibilità di esprimere un contributo propositivo a causa di un’impostazione rigida, e apparentemente irragionevole, dei termini per la presentazione delle osservazioni, come possono i cittadini sentirsi consolati dall’affermazione con cui l’assessore ha concluso il proprio intervento: “Ciò nondimeno questo non vuol dire che l’interlocuzione, il confronto, non possa andare avanti. Ma lo sarà in sede di approvazione della Variante quando tornerà a seguito delle osservazioni”? Quel giorno, infatti, non ci sarà più spazio per loro! Neppure nei confronti del Difensore civico della Toscana, del resto, intervenuto su Palazzo Vecchio a sostegno di Idra, è stata usata l’opportuna cortesia istituzionale di un riscontro motivato.
Di qui l’invito (destinato a rimanere inascoltato?) alla Sala de’ Dugento: “Confidiamo in un dibattito aperto e laico su questo tema da parte del Consiglio, in considerazione non solo del pregio e della vulnerabilità dei luoghi, ma anche della delusione civile che serpeggia nell’ancor piccola porzione di opinione pubblica informata per esclusiva iniziativa di componenti della cittadinanza attiva come quella che qui a Voi si appella”.