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TAV a Firenze: Infrarail apre i cantieri… a sua insaputa? Idra chiede trasparenza sulle fonti delle informazioni

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E’ stata definita un miracolo, in tempi di Covid19, la notizia che le cronache fiorentine di un importante quotidiano nazionale hanno diffuso apparentemente entusiaste sabato scorso: Torna la Tav. Accordo fatto per i cantieri. Ci voleva il coronavirus. Un miracolo all’inverso della potenza negativa del virus. Se non a maggio a giugno, e comunque prima dell’estate. ”

Ma nelle stesse ore arrivava nella casella di posta certificata dell’associazione ecologista fiorentina Idra una lunga nota a firma dell’ing. Raffaele Zurlo, amministratore delegato di Infrarail Firenze Srl (IFR), la società di RFI incaricata della rivisitazione del progetto di sotto-attraversamento TAV della città di Firenze. Un aggiornamento che fornisce tutt’altre notizie.

Nel corso del primo incontro avuto con Idra il 29 gennaio scorso, l’ing. Zurlo aveva promesso un netto cambio di passo, da parte del nuovo soggetto incaricato di subentrare a Condotte e a Nodavia, nella gestione di una vicenda che si trascina inconcludente da oltre venti anni nella città patrimonio mondiale dell’Unesco. “Noi siamo apertissimi, aveva dichiarato. Ascoltiamo tutti: per noi è un dogma che a chi chiede si debba rispondere”. E aveva raccomandato a Idra, e in generale alla cittadinanza, di “trasmettere in forma scritta i rilievi, i quesiti, le perplessità, le critiche che si intenda porre all’attenzione del suo team, corredate di ogni possibile adeguata documentazione”.

Due settimane più tardi, quindi, Idra ha provveduto a inviare a Infrarail una prima serie di osservazioni e documenti relativi al progetto, evidenziando quelle che appaiono gravi lacune sul piano dei contenuti, della legittimità e trasparenza del procedimento, del suo stesso travagliatissimo iter attuativo. Dopo l’incontro a Roma il 19 febbraio con la ministra Paola De Micheli e il prof. Giuseppe Catalano, coordinatore della Struttura tecnica di missione, Idra ha trasmesso all’ing. Zurlo anche la memoria consegnata in quella circostanza.

Con 31 pagine di controdeduzioni, adesso al vaglio dell’associazione, RFI ha fornito venerdì scorso un proprio riscontro alle osservazioni sollevate dall’associazione, accompagnate dalle memorie della prof.ssa Teresa Crespellani e del prof. Umberto Allegretti illustrate in occasione dell’incontro presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ma già una prima lettura consente di esprimere qualche dubbio sull’attendibilità delle notizie-stampa pubblicate recentemente a Firenze in materia TAV. Sono sistematicamente coniugati al tempo futuro i verbi che descrivono lo stato dell’arte della rivisitazione del progetto (e a maggior ragione quelli che riguardano la riformulazione del progetto esecutivo). Un esempio? “In fase di revisione progettuale si procederà ad una più ampia e dettagliata “analisi di rischio” che non solo riguarderà gli aspetti prettamente legati alla natura prevalentemente geologica e geotecnica del sottosuolo, ma anche tutti gli eventi che non possono essere assunti come certi in sede di elaborazione del progetto, nonché gli eventi esterni che possono condizionare il normale avanzamento dei lavori o la futura gestione dell’infrastruttura”. Oppure: “L’analisi sarà condotta adottando un approccio multidisciplinare con la quale saranno preliminarmente valutati tutti i rischi connessi alla realizzazione dell’opera”. O ancora: “L’analisi del bacino di subsidenza verrà nuovamente rielaborata in concomitanza con l’aggiornamento del progetto esecutivo, alla luce delle conoscenze più attuali sull’argomento e facendo uso delle più recenti conoscenze geotecniche”.

In altre parole, siamo ben lontani da una ripartenza dei cantieri.

Gradiremmo che venissero rese note le fonti informative a cui ha attinto chi ha riservato l’enfasi descritta alla pubblicazione di ‘notizie’ che appaiono – da quanto qui riportiamo – clamorosamente contraddette dai titolari della project review e dell’esecuzione dell’opera.



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