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Idra saluta Raffaele Cantone che lascia l’ANAC: vani a Firenze gli ammonimenti dell’Autorità dopo gli esposti sulla cantierizzazione TAV.

Idra non dimentica. E dopo l’ultima audizione all’ANAC sulla TAV di Firenze, di fronte allo stesso Cantone, il 2 agosto 2016, insieme all’ing. Ivan Cicconi e all’ing. Angelo Tartaglia, non è forse superfluo ricordare le parole spese nella circostanza dal magistrato incaricato di un così alto ufficio.

Dopo aver elogiato Idra per l’attività di monitoraggio dell’esecuzione dell’opera che aveva permesso all’ANAC di aprire un’istruttoria concretizzatasi poi in un corposo documento (la Deliberazione 61 del 2015) inviato anche alla Corte dei Conti per alcuni mancati riscontri alle indicazioni fornite dall’Autorità, il presidente dell’ANAC ebbe a chiarire, rispetto al tema delicatissimo e strategico dell’architettura finanziaria dell’opera, caratterizzata da questa curiosa figura del ‘contraente generale’: “A Firenze è stato fatto un errore a monte. Ma a noi non spetta la valutazione a monte. Sul resto, abbiamo fatto tutto quello che la legge ci dà la possibilità di fare. Del resto, è una vicenda che io ho definito paradigmatica del peggio possibile in Italia. E incoraggiò l’associazione fiorentina a proseguire nella propria attività di sorveglianza: Io credo che in questo momento storico per voi ci sia un’occasione importante: la project review che si prospetta a Firenze, se la scelta è intelligente, è l’occasione per rimettere in discussione le scelte. Il contributo che chiediamo a voi che siete sul territorio è di monitorare quello che succede d’ora in poi. Da parte nostra abbiamo stigmatizzato tutto ciò che c’era da stigmatizzare, abbiamo trasmesso i nostri atti nelle sedi competenti. Adesso sta a voi, visto che state sul territorio, continuare a monitorare e a segnalare”.

Già Il 27 ottobre 2014 del resto, presenti in quella circostanza l’ing. Ivan Cicconi e il giudice Ferdinando Imposimato, Idra aveva ottenuto una prima audizione presso l’ANAC: e Raffaele Cantone volle comunque venire a salutare il suo illustre conterraneo, già ripetutamente membro di Commissioni parlamentari antimafia.

Idra non ha mancato di seguire il suggerimento di Cantone, appellandosi spesso – e documenti alla mano – alle autorità locali: ma il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non si sono mai degnati di neppure rispondere alle istanze formali via via trasmesse dall’Associazione. Se poi qualche project review ha avuto luogo a Firenze, né Idra né – per quanto ci risulta – altri soggetti di cittadinanza attiva sono mai stati invitati a conoscerne i dettagli, tanto meno a portare propri contributi.

Chissà, forse un giorno tutta questa documentazione servirà a tracciare le responsabilità di ciascuno. E dire che il ‘modello Toscana’ ha ricevuto sulla TAV una pesante sanzione morale, se non strettamente materiale, quando si è affrontato in sede contabile il danno ambientale ed erariale acclarato in Mugello e a Sesto Fiorentino: la Corte dei Conti della Toscana ha condannato (ma – fortuna loro – prescrivendoli) dirigenti centrali, e politici di rango della Regione Toscana come Vannino Chiti e Claudio Martini, per avere approvato progetti rivelatisi perniciosi “agendo con censurabile superficialità, insolita pervicacia ed in violazione ad elementari norme di diligenza”.

Per non farci mancar niente, di nuovo sulla scena del capoluogo, capitale della cultura e patrimonio Unesco, la ‘grande opera’ portata in città non ha voluto deludere le attese: già agli esordi sono emersi – secondo la provvida denuncia della Direzione Distrettuale Antimafia – conci da costruzione fuori norma, una costosissima fresa taroccata, e nuovi regali al Mugello sotto forma di traffico di rifiuti con sospetta presenza della camorra campana.



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