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Sulla TAV Dario Nardella chiede aiuto a Matteo Salvini

Un sindaco chiede aiuto, su una infrastruttura, a un ministro dell’ordine pubblico

Leggiamo su un’agenzia: “Torneremo a incalzare il governo con grandissima determinazione sulle partite più significative” in stallo a Firenze, “a cominciare dalla Tav”. Lo promette il sindaco Dario Nardella, al termine della prima giunta del nuovo mandato, convocata all’Ex3 “per dare valore” al memoriale di Auschwitz, “uno dei luoghi simbolicamente più significativi della città. Il luogo della memoria di tutti i deportati italiani su cui siamo al lavoro perché diventi meta delle scuole toscane e del Paese”, spiega. In questi giorni, sottolinea affrontando il capitolo sulle grandi opere in ballo nel capoluogo toscano, “si sta tornando a parlare dei cantieri bloccati in Italia. Noi chiederemo con grande determinazione di riprendere i lavori della stazione Foster, perché su questo il governo non può più tentennare. E se è vero che Salvini ha in mano le sorti di questo governo” e, in questo, “ha messo al centro la riapertura delle opere, gli chiediamo di essere coerente anche con Firenze”. Lo ripete poco dopo, rivolgendosi direttamente al vicepremier e ministro dell’Interno: “Se Salvini vuol passare dalle parole ai fatti, in questa continua diatriba dentro il governo con i 5 Stelle, venga a Firenze e sblocchi la Tav, perché noi non abbiamo alcuna intenzione di lasciare a metà quest’opera pubblica”.

La prima dichiarazione che Dario Nardella ha fatto su La 7 appena verificati i risultati del 26 maggio era già stata di ribadire che a questo punto a Firenze un’opera fallimentare e sconclusionata quale la TAV si è rivelata essere va fatta, e subito. Proprio l’opera al cui pessimo progetto il sindaco stesso non ha mancato di riservare negli anni passati rilievi critici sostanziali e fondati.

Adesso apprendiamo una novità se possibile ancor più preoccupante, anche e soprattutto sul piano della correttezza istituzionale: invece di rispettare i ruoli e le competenze degli interlocutori al governo del Paese, il sindaco di Firenze si rivolge… al ministro dell’Interno (che accredita di avere “in mano le sorti di questo governo”), e chiede a Matteo Salvini di sbloccare lavori che poi, come sappiamo, non sono bloccati al momento altro che dal dissesto finanziario dell’impresa leader.

“Stiamo andando ben oltre i confini del decoro che questa Costituzione ci suggerisce”, spiega il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio. “Avallare da Palazzo Vecchio le politiche romane disinvolte di occupazione abusiva di spettanze e attribuzioni non proprie non sembra certo fare onore a una città che si pretende per consolidata tradizione progressista e democratica”.



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