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Sono davvero salve le Gualchiere trecentesche di Firenze in riva d’Arno?

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Prestigioso monumento industriale medievale, definito dallo storico Fernand Braudel il maggiore impianto industriale dell’Europa pre-industriale (ce lo ha ricordato Guido Vannini, docente di Archeologia medievale all’Università di Firenze), le Gualchiere che si affacciano a Bagno a Ripoli sulla riva sinistra dell’Arno col loro maestoso aspetto di castello fortificato dalle torri merlate hanno contribuito nei secoli – grazie alla forza idraulica delle acque del fiume – alla prosperità e alla fortuna artistica della “città del fiore”.

Cessate le attività produttive tradizionali che vi si sono avvicendate (dalla macinazione dei cereali alla follatura dei preziosi panni di lana fiorentini alla molitura della calce), abbandonate le abitazioni dalle maestranze che vi hanno operato per generazioni, progressivamente depredati, degradati e in parte crollati i suoi ambienti, a custodire la memoria e la vitalità delle Gualchiere di Remole ha provveduto un artista fiorentino, lo scultore Piero Gensini, che si è insediato col proprio atelier in quel villaggio: caparbio e generoso difensore della sua cifra storica, promotore di visite guidate, di occasioni di incontro, di appuntamenti conviviali e teatrali, ha fatto conoscere e gustare il genius loci di quell’opificio a una quantità di cittadini fiorentini e non, italiani e stranieri.

“Un tesoro in rovina” lo hanno definito gli studenti Fotografi dell’Istituto superiore Leonardo da Vinci di Firenze, che le Gualchiere hanno ‘adottato’ per ricavare “da una rovina un tesoro”. Proprietà degli Albizzi, e successivamente dell’Arte della Lana, si deve ai proventi ricavati dagli imprenditori medievali e rinascimentali l’investimento culturale che ha permesso di creare gioielli come la cupola del Brunelleschi o il David del Buonarroti. “L’Arte della Lana i guadagni li investiva in arte, in cultura, in lasciti artistici e architettonici”, ammonisce Piero Gensini.

Attorno allo scultore si è formata una vasta coalizione di cittadinanza attiva: residenti, architetti, intellettuali, artisti e artigiani, associazioni, scuole che non cessano di battersi per il recupero e la rivitalizzazione del villaggio: la sua vocazione ad ospitare arte, musica, teatro e cultura risalta agli occhi di chiunque si avvicini a respirarne l’atmosfera magica scandita – nel silenzio della campagna – dal fluire delle acque dell’Arno. E così una folta rappresentanza di ‘amici delle Gualchiere’ venne ricevuta a marzo di due anni fa a Palazzo Vecchio dall’assessore al Patrimonio non abitativo Federico Gianassi, che però ribadì la volontà del Comune di Firenze di alienare quel prezioso bene architettonico, che in ogni altro luogo d’Europa verrebbe gelosamente restaurato e custodito. Vani furono i ripetuti sforzi tesi a sollecitare il Comune di Firenze a rinunciare alla scelta di mettere all’asta le Gualchiere. E quando questo avvenne, tre mesi più tardi, a giugno 2017, una sola offerta arrivò a concretizzarsi: quella di 1 euro presentata ironicamente da un gruppo di associazioni del territorio…

Recentemente, a inizio marzo, Palazzo Vecchio ha annunciato con un comunicato ufficiale un ripensamento: l’assessore Federico Gianassi ha reso noto di condividere col sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini “l’esigenza di attivare un percorso congiunto sul futuro delle Gualchiere. Per questo motivo dopo le gare andate deserte non sono state bandite nuove procedure di vendita e così sarà anche nei prossimi mesi. Riteniamo infatti utile condividere con i cittadini un percorso serio e concreto, consapevoli delle difficoltà e delle esigenze di ristrutturare e riqualificare il complesso, un percorso che (…) valorizzi gli aspetti storico-culturali e architettonici di questo complesso così legato alla storia di Firenze”.

Ma, a oltre due mesi di distanza, né l’assessore né i due sindaci Dario Nardella e Francesco Casini hanno mai risposto alla lettera con la quale Idra, felicitandosi per il ripensamento da parte delle due Amministrazioni, confidando di poter aderire al percorso partecipato indicato chiedeva di avere accesso all’atto col quale l’Amministrazione comunale di Firenze ha deliberato di adottarlo, e al documento che attesta l’avvenuta cancellazione del villaggio delle Gualchiere di Remole, e dei suoi annessi, dal piano delle alienazioni del Comune di Firenze.

Sorge dunque un dubbio: sono davvero salve le Gualchiere trecentesche di Firenze in riva d’Arno? qualcuno vorrà provare a informarsene nella Sala di Clemente VII?



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