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TAV IN PIEMONTE E TAV IN TOSCANA: A PROPOSITO DI SICUREZZA, COSTI E BENEFICI…

Sotto il titolo “Non fare la Tav costerà fino a 4 miliardi”, su “Il Sole 24 ore di oggi leggiamo, a proposito della «relazione giuridica» allegata all’analisi costi-benefici: “Il capitolo più discusso è quello delle penalità e più in generale degli effetti creati dalle interruzioni contrattuali: si oscilla fra 500 milioni e un miliardo. Infine una voce che non è un costo in senso stretto, ma che nell’analisi viene comunque conteggiato e pesa per 1,5-1,7 miliardi: si tratta del costo stimato dall’Osservatorio (Quaderno 11) per i lavori che sarebbe comunque necessario fare per mettere in sicurezza l’attuale linea storica e tunnel del Frejus con un secondo tunnel di sicurezza lungo 13,5 chilometri.”

Curioso!

Questo vorrebbe dire che, se si cominciasse a costruire la TAV fra Torino e Lione (e sarà pronta fra chissà quanti lustri…), potremmo fare a meno di mettere in sicurezza la linea attuale? Stiamo scherzando? Non sarebbe, quello della messa in sicurezza della linea storica, un costo da affrontare subito e comunque, a prescindere da TAV o non TAV?

Se poi riflettiamo sul fatto che, fra Firenze e Bologna, 60 chilometri di doppio binario TAV coi treni che corrono in un unico tubo nella linea sotterranea nuova di zecca sono arditamente privi del tunnel di sicurezza, con 7 vie di esodo su 14 che distano fra loro oltre i 4 km massimi previsti dalla normativa nazionale, che conclusioni dobbiamo tirare?

Forse, piuttosto, dentro l’analisi costi-benefici del progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze, tutto ancora da scavare, converrà considerare prioritariamente, fra i costi, proprio il necessarissimo adeguamento della linea che congiunge in condizioni così imbarazzanti i due capoluoghi di regione di Emilia e Toscana!



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