Con la TAV la deriva autoritaria è in atto da un pezzo.
Alla vigilia delle nuove ‘grandi scelte’ romane, Idra segnala con amarezza a Raffaele Cantone il comportamento di Palazzo Vecchio: ignorata la cittadinanza, ignorati i contributi tecnici indipendenti.
Dopo aver definito la vicenda TAV a Firenze “paradigmatica del peggio possibile in Italia”, il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffele Cantone aveva incoraggiato ad agosto l’associazione di volontariato ecologista Idra, audita a Roma presso l’ANAC, a cogliere l’occasione storica che si profila con la revisione del progetto annunciata dal sindaco di Firenze Dario Nardella.
Idra ha raccolto l’invito, e ha scritto due volte in queste settimane al sindaco Nardella, chiedendo udienza e proponendo una metodologia per uscire dalla clamorosa impasse del Nodo TAV a Firenze: una proposta di approccio ispirata alla migliore prassi internazionale, di cui si è fatto latore per l’Amministrazione comunale di Firenze il prof. Marco Ponti, ordinario di Economia Applicata al Politecnico di Milano e membro della Società Italiana degli Economisti dei Trasporti.
Ancora una volta, però, la richiesta di ascolto da parte di una realtà attiva dal 1994 sul tema TAV è stata ignorata. Nessun riscontro da Palazzo Vecchio. Così come nessun riscontro è arrivato dall’Osservatorio Ambientale per il Nodo AV di Firenze, presieduto da un esponente dell’Amministrazione comunale di Firenze, a una richiesta di documentazione inoltrata il 21 settembre scorso. “Constatiamo piuttosto – scrive Idra a Cantone – la perdurante prosecuzione dei lavori nei cantieri della stazione Foster, a dispetto di ogni apparente buon senso!”. E aggiunge: “Osserviamo che tale insistita mancata considerazione della società civile da parte della politica si sta confermando proprio mentre i responsabili delle precedenti fallimentari scelte progettuali sul Nodo ferroviario di Firenze, FSI e istituzioni centrali e locali, ammettono di dover rinunciare a uno sciagurato progetto di stazione, che però è già venuto a costare centinaia di milioni di euro pubblici, al netto della cifra che sarà necessario impiegare per la ‘riconversione’ a nuova destinazione della mega-voragine già scavata e impermeabilizzata, e della cifra che servirà a quanto meno mitigare nei prossimi decenni l’impatto consumato sulla falda acquifera, i cui effetti incombono minacciosamente sul soprastante tessuto urbano”.
Nella missiva al presidente dell’ANAC, c’è spazio anche per un’osservazione sul tema di massima attualità politica: “Riflettevamo sul fatto che oggi il dibattito politico e sociale pare incentrarsi sul referendum costituzionale, i cui esiti rischiano di evocare – secondo alcuni – derive autoritarie. Non intendiamo entrare nel merito, in questa sede. Osserviamo solo che la deriva autoritaria, saldata a un manifesto mal governo della cosa pubblica e all’indifferenza per gli impatti ambientali delle scelte progettuali, è già ampiamente in corso da lunga pezza, come tristemente attesta la vicenda delle cantierizzazioni TAV a Firenze, in Toscana e altrove in Italia”.
Così conclude Idra a proposito dell’imminente vertice a Roma sulla TAV a Firenze: “Sembra profilarsi dunque l’adozione, domani, di una scelta – quale che sia – ancora una volta avulsa, nel metodo e nel merito, dal confronto con la cittadinanza”.