Invitati al confronto anche Ivan Cicconi, Angelo Tartaglia e Ferdinando Imposimato.
“C’è una caratteristica che è comune a tutta l’Alta Velocità italiana, e che sfocia in quello che stiamo vedendo in questi giorni: sistematicamente tutto il progetto è stato portato avanti sulla base di dati non veritieri. Per arrivare a una certa soluzione ci si è avvalsi di studi tecnici facilmente verificabili come artefatti”. Così l’ing. Angelo Tartaglia, docente di Fisica al Politecnico di Torino, ha proposto ieri a Raffaele Cantone, e agli altri tre funzionari dell’Autorità Anticorruzione presenti all’audizione dell’associazione fiorentina Idra, una chiave di lettura dei ‘ripensamenti’ in corso a Firenze e a Torino su progetti TAV fino ad oggi fortissimamente sponsorizzati e dichiarati irrinunciabili: la stazione Foster e il sottoattraversamento di Firenze, la galleria di raccordo fra il tunnel di base progettato sotto le Alpi e il capoluogo piemontese. “C’è un parallelo immediato che si è stabilito fra Firenze e Torino”, spiega l’ing. Tartaglia al presidente dell’ANAC. “In tutti e due i casi, a suo tempo è stata affermata come necessaria una soluzione che oggi viene sconfessata. E lo si è fatto sulla base di scenari di traffico irrealistici o di tecnologie ferroviarie superate. Allora la domanda è: c’è o non c’è qualche responsabilità da accertare quando si scopre che gli studi sono stati mirati solo a legittimare interventi inutili e costosissimi?”.
Sul contrordine alla megastazione Foster da parte di Ferrovie e Palazzo Vecchio, il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio ha osservato che “siamo in presenza di una palese ostentazione di insufficienza nella capacità progettuale, nella metodologia dell’approvazione, e nell’esecuzione dei lavori: la verità hegeliana del processo è Dario Nardella, sindaco di Firenze, che dice ‘torniamo indietro’, senza nemmeno un minimo di consultazione popolare, col gruppo in Consiglio Comunale che si allinea immediatamente: tutti convertiti in simultanea sulla via di Damasco!”. E conferma: “La motivazione per la quale si viene a dire oggi che non c’è più bisogno del sottoattraversamento viene proposta come un’“ultim’ora” dei ritrovati tecnologici: ma le tecniche di segnalamento che permettono incrementi di capacità delle linee con treni distanziabili di pochi minuti l’uno dall’altro esistono da tempo, e consentono la compresenza di treni regionali e treni ad alta velocità (che nei nodi urbani diventano treni ‘lenti’ come tutti gli altri)”. Secondo Idra, chi, come il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e alcuni sindaci dell’area metropolitana, reclama il sottoattraversamento perché i treni AV avrebbero bisogno anche in città, pur ‘rallentati’, di linee dedicate, forse non è abbastanza informato. Non è giusto che i treni dei pendolari debbano fermarsi, inchinandosi, al passaggio dei treni TAV, come succede da anni. Sarebbe quindi logico che i rappresentanti della Regione e degli Enti Locali facessero invertire l’ordine delle priorità quando, finalmente, si utilizzeranno i nuovi (per così dire) sistemi di segnalamento: se i treni AV arrivano in ritardo, aspettino loro il proprio turno, se è vero che la maggioranza degli interessi sociali sta nel trasporto pendolare! E comunque, questi argomenti tecnici dovevano essere presenti in fase progettuale: perché non sono stati considerati, e si è scavata quella voragine ai Macelli di Firenze per poi accorgersi che non serviva? Prima che una ‘cattedrale nel deserto’, come paventa per il futuro il sindaco di Firenze, si è già costruito un deserto là dove c’era un polmone verde del quartiere. “E’ tutto l’iter che alla resa dei conti, alla prova dei fatti, si dimostra marcio. Anche da un punto di vista tecnico”, ha concluso Dell’Olio.
Per questo, ha aggiunto l’esponente di Idra, “noi chiediamo all’Autorità interventi di garanzia affinché la resipiscenza, il ripensamento, sulla TAV a Firenze facciano partire un nuovo treno, per mantenere la metafora, e vi consegniamo a questo scopo il modello di soluzione validato dall’ing. Ivan Cicconi e dal prof. Marco Ponti che lasciammo nel 2009 all’allora sindaco Matteo Renzi per quello che appariva già allora un terribile nodo contrattuale (in risposta, neanche un ‘ricevuto, grazie’). A nostro avviso, la procedura corretta da seguire è, come minimo, la pubblicità, l’informazione, la partecipazione. E quando si sarà condiviso un progetto, sarà opportuno attuarlo secondo uno schema completamente esente dalla figura del contraente generale, il ‘controllore controllato’ che ancora oggi vige nei lavori TAV di Firenze, mentre nel resto d’Italia si applica finalmente quanto meno un nuovo codice degli appalti”.
Il presidente Cantone, dopo aver elogiato Idra per l’attività di monitoraggio dell’esecuzione dell’opera che ha permesso all’ANAC di aprire un’istruttoria concretizzatasi poi in un corposo documento inviato anche alla Corte dei Conti per alcuni mancati riscontri alle indicazioni fornite dall’Autorità, ha chiarito, rispetto al tema del contraente generale: “A Firenze è stato fatto un errore a monte. Ma a noi non spetta la valutazione a monte. Sul resto, abbiamo fatto tutto quello che la legge ci dà la possibilità di fare. Del resto, è una vicenda che io ho definito paradigmatica del peggio possibile in Italia”. E ha incoraggiato l’associazione fiorentina a proseguire nella propria attività di sorveglianza: “Io credo che in questo momento storico per voi ci sia un’occasione importante: la project review che si prospetta a Firenze, se la scelta è intelligente, è l’occasione per rimettere in discussione le scelte. Il contributo che chiediamo a voi che siete sul territorio è di monitorare quello che succede d’ora in poi. Da parte nostra abbiamo stigmatizzato tutto ciò che c’era da stigmatizzare, abbiamo trasmesso i nostri atti nelle sedi competenti. Adesso sta a voi, visto che state sul territorio, continuare a monitorare e a segnalare”.