Indagini TAV a Firenze: un dossier-Amendola e un dossier-Europa sono a disposizione del ministro dell’Ambiente.
Lo annuncia Idra in una lettera indirizzata ad Andrea Orlando dopo il suo colloquio in Procura a Firenze.
Ogni giorno porta nuovi sviluppi dell’inchiesta della magistratura che ha scoperchiato il vaso di Pandora dei lavori per il Nodo TAV di Firenze. Forse proprio la gravità delle ipotesi di reato, che lasciano paventare preoccupanti complicità ai piani alti delle istituzioni, ha spinto il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando a richiedere un colloquio a Firenze col capo della Procura Giuseppe Quattrocchi e coi pm Giulio Monferini e Gianni Tei, che indagano sulle modalità di attuazione del progetto di sottoattraversamento ferroviario AV nella città patrimonio mondiale dell’UNESCO.
L’Associazione ecologista Idra, costituitasi parte civile nel procedimento penale sui gravi danni ambientali prodotti dalla cantierizzazione TAV per la realizzazione della tratta appenninica Bologna-Firenze, e parte ad adiuvandum nel procedimento aperto dalla Corte dei Conti per danno erariale (circa 14 milioni di euro) a carico di pubblici amministratori e dirigenti coinvolti nell’approvazione dell’opera, ha deciso di mettere a disposizione del ministro dell’Ambiente il capitale di informazione e i risultati delle iniziative assunte in sede europea, a partire dal luglio 2012, proprio in relazione al tema caldo che – leggiamo – avrebbe spinto il ministro a cercare il contatto con la magistratura fiorentina: la normativa sulle terre da scavo.
“Da oltre un anno a questa parte – scrive Idra – la nostra Associazione si è attivata presso il Parlamento europeo e presso il Commissario europeo all’Ambiente Janez Potočnikproprio sul tema della disciplina delle terre da scavo, e delle perplessità che lasciano nutrire al riguardo i contenuti della normativa italiana, le sue modalità di attuazione, l’efficacia delle misure di controllo. L’intervento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo toscano conferma del resto in modo preoccupante la piena plausibilità dei dubbi che abbiamo sollevato in sede comunitaria, dove la nostra iniziativa è sostenuta attivamente dalla presidente della Commissione Europea Antimafia, Sonia Alfano”.
E aggiunge: “Della qualità e serietà delle argomentazioni da noi prodotte siamo debitori a un esperto storico di tutela e legislazione ambientale nel nostro Paese, il dott. Gianfranco Amendola”, del quale l’Associazione fiorentina inoltra al ministro l’ultimo contributo scientifico prodotto in materia, “L’apoteosi del partito delle terre da scavo”, pubblicato lo scorso 25 settembre (all’indirizzo web http://lexambiente.it/rifiuti/179-dottrina179/9795-rifiutilapoteosi-del-partito-delle-terre-da-scavo.html) su Lexambiente.it, la rivista giuridica online a cura di Luca Ramacci. Con l’augurio esplicito che esso possa aiutare il ministro e il suo staff tecnico a “raggiungere piena consapevolezza delle criticità legate alla normativa in questione, e delle conseguenze non minori che il suo avallo potrebbe produrre sul piano della tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni”.
“Restiamo a Sua disposizione, chiude l‘associazione toscana, per ogni auspicabile approfondimento:saremmo lieti di poterle consegnare e illustrare, se Ella vorrà accogliere la proposta di incontro che qui le formuliamo sulla scorta della quasi ventennale esperienza maturata in materia TAV, il dossier-Amendola e il dossier-Europa che in questi mesi abbiamo via via arricchito con nuovi importanti ingredienti”.