Il fotografo della redazione bolognese di Repubblica, Roberto Serra, ci ha messo cortesemente a disposizione una serie di scatti realizzati il 15 giugno scorso nella ‘nuova’ stazione AV del capoluogo emiliano.
Le dispiace se ne mandiamo alcuni anche a lei, signor sindaco?
Dopo quattro anni di ritardo nella consegna di un intervento che sarà concluso, leggiamo, solo nel 2016, ci si poteva aspettare qualcosa di meglio, non ne conviene?
“Più che una stazione nuova di zecca ma inaugurata troppo in fretta, sembra una stazione vecchia che è stato necessario risistemare “in corsa”, senza poterla chiudere al traffico”, annota il cronista. E aggiunge: “Il monitor manda a ripetizione l’autoelogio della nuova stazione: “potenziato il nodo di Bologna, modernità ed efficienza””.
Succederà una cosa del genere anche nella città Patrimonio dell’Umanità, fra un tot (difficilmente pronosticabile) di anni?
Non sarebbe più opportuno ed economico - mentre i macchinari ai Macelli e a Campo di Marte arrugginiscono, e pende un’inchiesta particolarmente pesante della magistratura – contrattare una diversa destinazione, socialmente utile, di quella immensa mole di denaro pubblico che il progetto sciaguratamente approvato risucchierebbe?
Beh, è una grande stazione moderna costruita in Italia. Direi che ve benone: pensavo peggio, mi immaginavo le anatre a nuotare in mezzo ai binari. Naturalmente il conto vero lo paga la città, con le schiere di edifici dissestati a causa degli scavi e dell’abbassamento della falda. Ma questa è un’altra storia.