Mentre Rossi e Renzi continuano a credere nella straordinaria disavventura TAV…
… terre da scavo del progetto Nodo AV di Firenze: l’associazione Idra interviene nel procedimento del “Piano di utilizzo”.
Il 6 novembre l’associazione ecologista fiorentina Idra ha scritto alla Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali, Divisione II, del Ministero dell’Ambiente. “Chiediamo – scrive l’Associazione – di poter contribuire, con nostre osservazioni e/o proposte, alla valutazione del “Piano di Utilizzo” del materiale da scavo previsto per l’esecuzione del sottoattraversamento AV e della stazione sotterranea AV”.
Il Ministero ha replicato per posta ordinaria il 21 novembre, con una raccomandata pervenuta a Idra soltanto il 3 dicembre: “Nulla osta da parte di questa Amministrazione a consentire la visione degli atti”.
Idra non abbandona dunque il terreno del confronto con le istituzioni.
Mentre ancora si attende la pronuncia definitiva delle autorità europee (che hanno escluso di avere avallato il decreto Clini-Passera sulle terre e rocce da scavo come compatibile con la direttiva comunitaria sui rifiuti), mentre la crisi economica globale morde, e si aggravano e si estendono i segnali di sofferenza sociale, mentre “il debito che piace ai tecnici” (come è stato acutamente definito da un’attenta cronista il modello TAV) continua a proporre una strategia di spesa che “pregiudica l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali” (lo ha sentenziato da parte sua la Corte dei conti), Idra prosegue la propria battaglia di civiltà rovistando nelle carte dei proponenti per denunciare le clamorose aporie che sembrano sistematicamente sfuggire al governo centrale, alla giunta regionale toscana e allo stesso sindaco, sedicente rottamatore, del Comune di Firenze.
Senza considerare che le cronache di questi giorni (30 novembre) attestano lo stato di crisi in cui versa l’impresa che si è aggiudicata il sottoattraversamento di Firenze, Coopsette, se è vero quanto riferisce la Gazzetta di Reggio: “Debito da ristrutturare, Coopsette al bivio. Il management impegnato a trovare in tempi stretti un accordo con le banche ed evitare l’amministrazione controllata”. I problemi finanziari alla TAV in salsa fiorentina non provengono soltanto dall’assenza di risorse pubbliche: adesso anche dalle difficoltà del soggetto privato che già gode dei peculiari privilegi irresponsabilmente accordati dalla normativa nazionale alla figura dei general contractor!