23 MAGAGNE SMONTATE E DOCUMENTATE NELL’ESPOSTO INVIATO DA IDRA A TREMONTI, MATTEOLI, MORETTI, ROSSI E RENZI.
È partita ieri per e-mail, per fax e per raccomandata. Perché resti agli atti. Una relazione fitta di dati, cifre, documenti, inviata per conoscenza anche alla procura toscana della Corte dei conti e alla procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze. Descrive “un quadro allarmante sul piano della credibilità del progetto di Passante e Stazione TAV di Firenze, del suo inserimento nel delicato contesto urbano della città Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, delle procedure adottate per l’approvazione e per le modifiche dei progetti, e delle stesse regole, in itinere, dell’atteggiamento dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche deputate a tutelare le comunità, il territorio e il buon governo della spesa”.
L’associazione ecologista che dal ’94 segue con la lente d’ingrandimento la congerie di progetti susseguitisi per il Nodo ferroviario fiorentino elenca, smonta e rimonta ventitré criticità di fondo, anomalie e irregolarità, nel merito e nelle procedure adottate, che affliggono alla radice l’ipotesi di cantierizzazione pluriennale della città, da est a ovest, per un sottoattraversamento e una stazione ‘subacquea’ considerati inaffidabili sotto tutti i profili: trasportistico, ambientale, erariale. Del progetto, “sempre incompleto, sempre insufficiente, sempre poco presentabile e di fatto mai presentato decorosamente alla città”, Idra scrive che “nessuna penale paventata per effetto del mancato rispetto dei contratti sottoscritti può giustificare a nostro avviso la scelta di realizzarlo comunque, anche se e quando si palesa come provatamente insostenibile per l’ambiente, per la salute e per l’economia di un’intera città e della Nazione, oltre che di discussa efficacia rispetto agli obiettivi trasportistici che dichiara di perseguire. La penale che dovrebbero pagare per anni la città e lo Stato, a partire dalle sue generazioni più giovani, come ammonisce la Corte dei conti, sarebbe drammaticamente più elevata, e per ciò stesso moralmente inaccettabile”.
Idra ha indirizzato l’esposto anche al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, oltre che a Matteoli, Moretti, Rossi e Renzi. “Segnaliamo – scrive Dell’Olio al responsabile di via XX settembre – la grave inappropriatezza del modello finanziario del general contrator, censurato proprio nella fattispecie dei progetti TAV dalle massime autorità di controllo contabile del Paese”. E aggiunge: “Segnaliamo la gravissima congiuntura nazionale e internazionale, che non incoraggia a perseguire la strada di un’avventura progettuale e finanziaria così palesemente dissipativa”. Non più tardi di un mese e mezzo fa l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici aveva denunciato infatti “la violazione dei principi di economicità e di efficacia del sistema di realizzazione“ dell’Alta velocità ferroviaria anche “per i Nodi ferroviari di Firenze e Bologna”, sottolineando “rilevantissimi incrementi di costo e dei tempi di realizzazione, nonché iscrizione di riserve da parte delle imprese esecutrici, che hanno dato vita a contenziosi”. Non sarebbe equo stringere i cordoni della borsa erariale sugli investimenti sociali, e allentarli invece senza controllo proprio là dove meccanismi finanziari perversi promettono e realizzano da anni straordinarie lievitazioni dei costi pubblici in cambio di opere in grado di creare peraltro un indotto occupazionale del tutto sproporzionato alle somme investite.
Firenze, del resto, osserva Idra, non potrebbe sostenere un gioco al massacro erariale come quello che l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici e la Corte dei Conti hanno registrato sulla tratta appenninica TAV e nelle altre ‘premiate’ tratte del sistema TAV: le anomalie e le criticità che accompagnano il progetto sono tali che “i lavori per il sottoattraversamento AV nelle condizioni descritte rischierebbero di configurarsi come un cantiere infinito, assoggettato a ogni sorta di contestazioni, contenziosi, interruzioni e verifiche, con effetti devastanti sulla durata dei lavori, e risultati indesiderabili per l’immagine internazionale di una città cara al mondo come Firenze, sottoposta a un interminabile intervento a cuore aperto”.
Infine, la proposta, concreta e praticabile: è “indispensabile tornare alla città e aprire un dibattito pubblico che permetta di istituire un rapporto finalmente trasparente coi cittadini”. I rischi intrinseci del progetto si alimentano e si potenziano ulteriormente, infatti, nella combinazione della soluzione progettuale affidata al contraente generale. “L’alternativa non può non riguardare entrambe le criticità della soluzione attuale (la soluzione progettuale; l’istituto contrattuale): deve ricondurre entrambe dentro una logica ed un percorso normale e coerente con gli indirizzi e le norme comunitarie”. In cinque fasi, nella ricetta di Idra, una precisa e articolata road map per la soluzione – dopo almeno dodici anni di impasse: altro che alta velocità! – del Nodo ferroviario fiorentino.