A PALAZZO PANCIATICHI INTERVERRÀ ANCHE UNA DELEGAZIONE DEL COMITATO DI VIA CARRACCI DI BOLOGNA
Aveva inutilmente atteso nella passata legislatura una convocazione da parte dell’allora presidente della VI Commissione consiliare Erasmo D’Angelis, l’associazione di volontariato Idra, che chiedeva di presentare informazioni e dati inoppugnabili sul tema scottante del progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze. Ma la richiesta di audizione è stata accolta solo col rinnovo del Consiglio regionale, e giovedì 16 settembre a partire dalle 14.30, a Palazzo Panciatichi, i responsabili dell’associazione parte civile nel processo penale ai responsabili della cantierizzazione TAV del Mugello presenteranno alla VI e alla VII Commissione congiunte (Ambiente e Territorio; Mobilità e Infrastrutture) le ragioni della radicale contrarietà al progetto di nodo ferroviario sotterraneo fiorentino, e alla faraonica quanto destabilizzante stazione Foster, la prima al mondo, forse, concepita per complicare piuttosto che per semplificare il sistema dei collegamenti su scala locale, regionale e nazionale.
Idra produrrà e illustrerà documenti, slides, filmati e memorie redatte da esperti nazionali in economia, trasporti e infrastrutture, perché ogni singolo membro delle Commissioni sia approfonditamente informato delle criticità insormontabili del progetto sciaguratamente approvato dalle istituzioni pubbliche nelle passate legislature.
A fianco di Idra, una delegazione del Comitato di Via Carracci di Bologna, testimone diretta delle conseguenze intollerabili della cantierizzazione modello-TAV (che ha già fatto scuola in Mugello e a Monte Morello) sul piano della salute, dell’ambiente, delle economie locali e della stessa abitabilità dei palazzi (alcuni fatti evacuare, altri grottescamente transennati, altri ancora afflitti da lesioni e da un martellante inquinamento acustico e atmosferico) attigui al cantiere della stazione sotterranea Isozaki. Una testimonianza che deve suonare ancor più inquietante ed esemplare nella ‘città del fiore’ quando si pensi che sulla verticale dei due tunnel insistono beni culturali e architettonici tutelati dalle Belle Arti in un centro storico classificato dall’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”.
Idra non mancherà di proporre alle Commissioni Sesta e Settima concrete vie di uscita da una situazione di stallo che si protrae da oltre 10 anni (da quando cioè venne approvato, dalle giunte Primicerio, Gesualdi e Chiti, il costosissimo progetto di sottoattraversamento, oggi ancor meno compatibile di allora con le risorse erariali e le emergenze sociali in atto). Una situazione che, se si accenderanno i motori delle talpe, rischia di lasciare la città di Firenze a cuore aperto per lustri, tenuto conto dell’indebitamento pubblico colossale di cui soffre il Paese. Se i soldi da investire sono solo virtuali infatti, e gravano di fatto sulle spalle dei nostri pronipoti grazie a disinvolte architetture contrattuali che, come ha scritto a lettere di fuoco la Corte dei Conti, “pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali”, allora lo scenario di cantieri aperti che non arrivino mai ad essere chiusi diventa terribilmente verosimile e prossimo.