Carissimi,
ci rivolgiamo a tutti voi che in un modo o nell’altro siete entrati in contatto con la nostra Associazione, sul fronte dal 1994 – accanto a migliaia di cittadini attivi di tutta Italia – per risparmiare al nostro Paese i veleni ambientali e l’emorragia erariale dei progetti TAV.
Qui in Toscana, adesso, una delle priorità è salvare la città d’arte Firenze da un progetto esecutivo di sottoattraversamento che si annuncia di impatto grave e dai tempi lunghi e incerti.
Una seconda importante priorità è quella di combattere la politica anti-sociale dei trasporti delle cosiddette Ferrovie dello Stato e dei governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi negli ultimi lustri. C’è da domandarsi quanto sia democratico imporre sulle tratte di media e lunga percorrenza, in tempi di crisi economica e sociale come quelli che viviamo, le onerose tariffe Freccia Rossa e simili, deprivando nella maggior parte delle fasce orarie la popolazione del nostro Paese dell’opportunità di scelta fra opzioni alternative di servizio pubblico su ferro. Anche per spostamenti brevissimi come quello fra Firenze e Bologna i cittadini si trovano in gran parte costretti a utilizzare, in alternativa all’automobile, una linea definita ‘ad alta velocità’ inaffidabile, costosissima, che fa incrociare convogli lanciati fino a 300 km/h in tunnel appenninici lunghissimi realizzati senza una galleria parallela di soccorso, e addirittura demoliti per chilometri prima del collaudo perché costruiti con materiali inidonei.
L’esperienza del disastro ambientale ed erariale in Mugello causato dalle procedure di progettazione, approvazione, affidamento dei lavori ed esecuzione della linea appennica TAV, che ha visto il Tribunale di Firenze punire severamente i vertici della società Impregilo, mentre la Corte dei conti ipotizza il reato di danno erariale chiamando a dedurre l’attuale vicepresidente del Senato on. Vannino Chiti, il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e altri 50 fra amministratori e dirigenti nazionali e locali, è un monito per tutto il Paese. Idra è chiamata spesso a illustrare e documentare questi fatti dovunque il modello TAV si ripropone ai territori e alle popolazioni (dalla Val di Susa al Carso, dal Trentino a Bologna). Il contributo di riflessione che la testimonianza di Idra è in grado di portare là dove si millantano in Italia i benefìci delle “grandi opere” rappresenta forse, allora, un utile antidoto, e comunque un patrimonio di tutti.
Ecco perché ci rivolgiamo a voi per chiedervi di non dimenticare quanto sia importante sostenere l’attività di questa piccola associazione fiorentina. Nel nostro impegno infatti ci dobbiamo confrontare anche con le risorse disponibili, specie quelle finanziarie.
L’evoluzione della vicenda TAV ha portato Idra, che se ne è presa carico inizialmente come realtà di “movimento”, ad abbandonare progressivamente questo ruolo e ad assumere sempre di più quello di un servizio di informazione indipendente a disposizione del pubblico e delle istituzioni. Lo facciamo principalmente attraverso il nostro sito web, per mezzo di comunicati stampa, ed anche tramite conferenze stampa e incontri pubblici. L’associazione ha portato alla luce numerosi punti oscuri della TAV, ha prodotto costantemente proposte alternative concrete e praticabili col supporto di tecnici qualificati, ed è stata protagonista di un dialogo serrato con le istituzioni che ha sortito quanto meno l’effetto di contenere i non pochi danni provocati dai cattivi progetti.
Tutto ciò implica un lavoro assai oneroso, anche solo per lo studio e l’elaborazione di una imponente mole di documentazione.
L’associazione affronta anche altre questioni ambientali dietro richiesta dei cittadini e delle istituzioni, fornendo collaborazione su istanze singole o collettive sulla base di un protocollo sottoscritto da chi richiede il suo intervento, in un quadro di serietà di prassi e di intenti e di mutua consultazione e condivisione delle azioni da intraprendere.
Per statuto, Idra non accetta sovvenzioni da enti pubblici e/o privati che potrebbero condizionarla: è totalmente autofinanziata. Ma i costi dell’attività non sono indifferenti.
In un tale contesto, anche una semplice informazione o documentazione aggiuntiva che il cittadino chiede all’Associazione rispetto a quelle reperibili sul nostro sito web non può essere gratuita: potranno fruirne, oltre agli associati, soltanto coloro che formalizzano la richiesta di un rapporto di collaborazione.
D’altronde osserviamo che il bene del Paese, che Idra mira a tutelare confrontandosi con una politica spesso non ispirata purtroppo a princìpi di sana amministrazione, consiglierebbe di sostenere l’Associazione anche a prescindere dai propri interessi specifici.
Ci rivolgiamo quindi a tutti voi affinché:
• seguitiate a sostenerci col “cinque per mille” in sede di denuncia dei redditi o di presentazione del modello 730 (il numero di codice fiscale di Idra, indispensabile per procedere al conferimento, è il seguente: 94068530487), e/o versando il vostro contributo direttamente all’Associazione sul conto corrente postale n. 26619502, intestato all’Associazione di volontariato Idra, Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE (tutti i dettagli sul sito);
• ricordiate che le cosiddette “erogazioni liberali” a favore di Idra (in quanto Onlus) sono fiscalmente detraibili, se effettuate tramite bollettino postale al ccp n. 26619502 o tramite bonifico bancario (per questa seconda modalità il codice IBAN, presso Posteitaliane Spa, è il seguente: IT17R0760102800000026619502; temiamo però che questa agevolazione non includa le quote associative); accanto al nome “Idra” vanno indicati la sua qualifica di Onlus e il codice fiscale sopra riportato;
• possiate individuare nuovi potenziali amici, associati e sostenitori, perché non abbiano ad assottigliarsi le possibilità di iniziativa di Idra.
Ai “vecchi” associati e donatori, in gran parte ormai ‘storici’, chiediamo con riconoscenza di continuare a sostenerci direttamente secondo le loro possibilità.
Le quote, rimaste invariate per il 2010, sono le seguenti:
• un minimo di 40 euro per la quota associativa o un minimo di 80 euro per la quota di associato sostenitore (che comportano l’adesione allo statuto dell’Associazione e l’acquisizione dei diritti che ne derivano);
• un contributo minimo di 20 euro per ricevere in tempo reale per posta elettronica i comunicati stampa e le altre notizie e materiali, il notiziario di fine anno;
• un versamento di 40 euro (valevole per l’anno solare) per l’attivazione di un rapporto di collaborazione quando si tratti di ricercatori o studenti, e di 80 euro (valevole per l’anno solare) quando la richiesta di collaborazione provenga da singoli o soggetti collettivi.
Ringraziando coloro che hanno già provveduto a confermare il proprio sostegno, Vi salutiamo con cordialità e affetto.
I componenti del Consiglio
Enrica Aliboni, segretaria
Pier Luigi Tossani, vicepresidente, tesoriere presidente
Girolamo Dell’Olio , presidente