E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore
Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici
Dispiace sciupare la festa, ma… “come potrete voi cantare” sulle spoglie del Mugello devastato e dell’erario prosciugato?
Davvero una scelta di dubbio gusto, quella di festeggiare a Firenze e a Bologna S. Silvestro e Capodanno gemellando le due città intorno al tunnel TAV che le collega da qualche settimana con risultati per adesso molto scadenti.
La costruzione di questa cosiddetta “grande opera”, il tunnel appenninico, è costata sangue, sudore e lacrime, e riassume emblematicamente in sé tutti i peggiori aspetti della moderna mala amministrazione delle risorse pubbliche: per i costi impazziti, per i danni erariali, per i tempi raddoppiati, per l’ambiente inquinato, per le risorse idriche irreversibilmente distrutte, per gli errori progettuali o esecutivi, per le falle temute nella sicurezza.
Il prezzo è lievitato di un ordine di grandezza del 400%. L’investimento privato promesso non si è mai concretizzato e tutto l’onere economico è ricaduto sull’erario, come hanno stigmatizzato senza mezzi termini la Corte dei conti (“queste operazioni pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali”) e l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici. L’attuale vicepresidente del Senato Vannino Chiti e altri 51 amministratori pubblici, fra cui l’attuale presidente della Giunta Regionale Claudio Martini, sono stati “invitati a dedurre” dalla Corte dei conti per una somma gigantesca di danno erariale (741 milioni di euro). L’inquinamento ambientale è stato ingente, scientifico, sistematico: il Tribunale di Firenze ha comminato 27 condanne per reati ambientali, da tre mesi d’arresto a 5 anni di reclusione, e provvisionali per il risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro. Le pene più alte sono inflitte ai vertici del CAVET, il consorzio di imprese che ha avuto in appalto i lavori. 5 anni sono stati inflitti al suo presidente Alberto Rubegni, amministratore delegato di Impregilo, impresa di costruzioni leader nel CAVET ma anche nel panorama nazionale e internazionale. Danni in buona parte irreversibili sono stati inflitti alle risorse idriche in aree di elevato valore naturalistico, alcune delle quali “Siti di Importanza Comunitaria”! Impattati 5 acquedotti, 73 sorgenti, 45 pozzi, 20 fiumi, torrenti e fossi. Drenati non meno di 150 milioni di metri cubi di acqua (150 miliardi di litri) nel solo territorio della Comunità Montana del Mugello (dal conteggio manca l’acqua drenata da Monte Morello).
Le prime prove del tunnel hanno fatto registrare ritardi grotteschi, che superano l’intero tempo di percorrenza annunciato e fortemente pubblicizzato: le cronache del 16 dicembre riferiscono di un tunnel inaccessibile ai Frecciarossa; quelle del 17 dicembre di passeggeri infuriati per un Eurostar bloccato in galleria; quelle del 21 dicembre di un Frecciarossa che ha dovuto fermarsi due volte in galleria, per 20 e 25 minuti, fra Bologna e Firenze.
Ma non basta: l’opera è di fatto monca: benché presenti una configurazione mai sperimentata finora, e cioè quella di un unico tubo nel quale devono incrociarsi ripetutamente convogli ciascuno con circa 500 passeggeri a bordo lanciati a 300 km/h, è sprovvista per ben 60 km di tunnel della galleria parallela per il soccorso. Il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze ing. Domenico Riccio, che ebbe a esprimere un parere sugli ultimi 11 km fra Vaglia e Firenze quando la galleria fra Vaglia e Bologna era già in costruzione, scrisse che “si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso”. L’ing. Alessandro Focaracci (che risulta aver collaborato alla progettazione e aver redatto il piano sicurezza) a novembre 2008 ha dichiarato, in merito alle soluzioni adottate in caso di deragliamento o collisione in galleria: “E’ previsto che l’esodo deve avvenire…. è un autosoccorso… cioè i passeggeri devono poter scendere e raggiungere i punti di uscita autonomamente” (“Exit”, La7, Inchiesta sulle Ferrovie dello Stato: dai pendolari alla TAV). E aiuta forse sapere che in tre gallerie del Mugello dichiarate “ammalorate” (Firenzuola, Morticine, Borgo Rinzelli) i costruttori hanno dovuto eseguire la demolizione e il rifacimento di circa 2 km di linea, a opera terminata, con un impegno di quasi due anni di tempo (da febbraio 2005 a dicembre 2006), perché erano stati costruiti in cemento non armato in un terreno argilloso?!
Di fronte a questo disastro, ci sembra paradossale invitare la gente a festeggiare proprio là, dentro quel tunnel. Di pessimo auspicio, a nostro giudizio, brindare all’anno che viene in nome della TAV.
Come può il sindaco di Bologna dimenticare le sofferenze a cui proprio in queste ore, e da anni, e ancora per anni, sono costretti i suoi concittadini che convivono con cantieri TAV invasivi e destabilizzanti?
Come fa il sindaco di Firenze a brindare a un’opera che – se avesse a proseguire nella Città del fiore con lo schema finanziario e progettuale approvato 10 anni fa – condannerebbe anche la capitale della cultura a un numero indeterminabile di anni di sconquasso ambientale, sanitario e sociale che andrà a sommarsi ai gravi disagi già presenti, a un nuovo salasso erariale, e a una quantità di rischi difficilmente calcolabile per il patrimonio edilizio, storico e architettonico della città, per tutto il tempo che occorrerà non solo per costruire il doppio sottoattraversamento, ma anche per manutenerne le delicate strutture?
P.S. Questo comunicato è stato trasmesso anche a Lucio Dalla, a Irene Grandi e ai Negrita. Forse quegli artisti ignorano cosa è successo in questi anni, e succede ancora in questi giorni, fra Firenze e Bologna.