L’associazione fiorentina Idra aggiorna il dossier-Emilia e trasmette la notizia a Palazzo Vecchio, all’Autorità di bacino, in Regione Toscana e all’Osservatorio Ambientale, che oggi torna a riunirsi.
Non cessa, ma piuttosto si acuisce il disagio sociale e ambientale nella città di Bologna colpita dalla cantierizzazione TAV.
“Continua l’odissea dei residenti dei civici 2/4 e 2/5: l’esito dell’ultimo sopralluogo preoccupa”: così apre la pagina che il cronista de L’Informazione di Bologna Mauro Mellini dedica alle “crepe sempre più larghe” della TAV: “In due mesi si sono allargate di un millimetro. «Bisogna intervenire»“. La querelle tra inquilini, Italferr e il costruttore Astaldi prosegue, si legge, tra verifiche, perizie e incontri. “Ma ancora non si trova la quadra”.
Anche Nilde Golinelli, mamma dell’ex campione del mondo di ciclismo su pista, che da mesi convive con le transenne nella camera da letto, si dice “allarmata per l’allargamento delle crepe”.
Sono arrivati intanto i rimborsi per il mancato rientro degli inquilini che abitavano al numero civico 6 di via Carracci, il primo degli edifici sgomberato – oltre un anno fa – per le lesioni causate dagli scavi nei cantieri per la stazione TAV. I ritardi nella riconsegna delle case costano alle casse delle Ferrovie 3.000 euro a famiglia per ogni mese, e costeranno 5.000 euro a partire dal sesto mese.
Ammontano infine a più di 100, a oggi, le adesioni alla class-action “fai-da-te” ispirata dal Comitato di via Carracci a fronte degli sforamenti delle polveri sottili legati alle attività di cantiere: “sarà portata avanti contro istituzioni e soggetti coinvolti nei lavori TAV”.
Idra ha trasmesso la pagina de L’Informazione pubblicata ieri sotto il titolo “Tav, crepe sempre più larghe” al sindaco di Firenze Matteo Renzi, ai gruppi consiliari di Palazzo Vecchio, al presidente Pietro Rubellini e agli altri membri dell’Osservatorio Ambientale per il Nodo AV di Firenze (che torna oggi a riunirsi intorno alle carte del doppio sottoattraversamento contro-falda della città), al segretario dell’Autorità di bacino del fiume Arno Gaia Checcucci e all’assessore al Territorio della Regione Toscana Riccardo Conti. Perché insieme “trovino la quadra”, sulla scorta dell’inquietante situazione che si registra a Bologna, prima che un progetto non sufficientemente controllato sul piano tecnico (oltre che straordinariamente oneroso su quello economico) metta a soqquadro anche la città del fiore…