“Esprimiamo qui il nostro apprezzamento per la saggia scelta di applicare il principio di precauzione, enunciato nel ’92 all’Earth Summit di Rio de Janeiro, di fronte a un’opera così impegnativa e potenzialmente invasiva come la TAV”: così Idra nella lettera inviata ieri al sindaco di Firenze Matteo Renzi, con cui l’associazione accompagna – a beneficio della fase di riflessione annunciata dal primo cittadino – le osservazioni formalizzate da Idra già nel luglio del ‘98 sulle criticità del progetto di sottoattraversamento TAV. Nella nota, indirizzata anche al presidente dell’Osservatorio Ambientale Pietro Rubellini e all’Assessore regionale al Territorio Riccardo Conti, il portavoce Girolamo Dell’Olio scrive: “Desideriamo portare un nostro ulteriore contributo alla riflessione mettendo a disposizione il testo delle Osservazioni sul progetto preliminare che l’Associazione Idra ha trasmesso il 18 luglio 1998 al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dei Beni culturali e ambientali e alla Regione Toscana stessa, nell’ambito del procedimento di VIA”. Evidenziate le considerazioni di più stringente attualità nel merito idrogeologico, ambientale e sanitario del progetto, Idra passa in rassegna alcuni significativi aspetti procedurali, che potranno rafforzare la posizione di chi desidera, per il bene della città, cassare definitivamente il sottoattraversamento Italferr. “Segnaliamo – scrive Idra – il grave deficit di informazione e trasparenza che ha contrassegnato le procedure approvative del progetto, a partire dalla fase di informazione, dibattito e pubblicazione del preliminare, il solo su cui i cittadini abbiano avuto modo di pronunciarsi nel lontano giugno-luglio ’98 appunto, pur nei tempi inadeguati e nelle condizioni vessatorie descritte nelle Osservazioni”. E aggiunge: “A questo ‘peccato d’origine’ del progetto si sommano ulteriori passaggi, sulla cui sostanza democratica appare legittimo e doveroso esprimere serie riserve, e che in qualche caso arrivano a riguardare persino l’aspetto formale e procedimentale”. Non sono stati convocati infatti in Conferenza di servizi i Comuni chiamati ad ospitare il trasporto e l’allocazione dei materiali di scavo. E’ rimasta priva di riscontro la preoccupata segnalazione nel novembre ‘98 (“riteniamo che la lunga fase di funzionamento dei cantieri potrà avere un impatto eccessivamente pesante sulla complessiva vivibilità e fruibilità della città di Firenze”) da parte del gruppo TAV Igiene Pubblica della ASL 10. Sono state modificate condizioni progettuali con atti che, se esistono, non sono stati resi noti né spiegati all’opinione pubblica (l’interferenza con i bastioni della Fortezza da Basso, aggravata rispetto alle previsioni contenute nell’Atto aggiuntivo al protocollo d’intesa sull’Alta Velocità siglato il 28 gennaio ’98). Sono state modificate previsioni esecutive di cui anche il Consiglio comunale non risulta essere stato adeguatamente informato: il 23 dicembre del 2003 una “Integrazione all’Accordo procedimentale del 3 marzo 1999” ha capovolto il precedente impianto garantista per la movimentazione dei materiali su ferro, permettendo per lo scavalco e per l’imbocco Nord dei due tunnel AV il “tutto su gomma”. Nessun finanziamento risulta essere stato erogato affinché potessero concretizzarsi il “Progetto per la sorveglianza dell’impatto sulla salute della popolazione residente a Firenze” formulato in vista della cantierizzazione TAV nel maggio 2000 dalla ASL 10, e la “Proposta di monitoraggio ambientale sanitario dei cantieri delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico”, presentata a quattro mani a gennaio 2001 da ASL 10 e ARPAT. Nessuna valutazione di impatto è stata redatta a proposito dell’ingente movimentazione di inerti in entrata e di smarino in uscita dai cantieri di Firenze. La lunga cantierizzazione per la messa in sicurezza idraulica del torrente Mugnone (tuttora in corso) risulta priva di adeguata VIA. “Diventa arduo in queste condizioni – conclude Idra – comprendere come l’Assessore regionale al Territorio Riccardo Conti possa richiamare con apparente disappunto l’esigenza di una nuova VIA “se qualcuno pensa a un nuovo tracciato” (come leggiamo oggi nelle cronache), quando la stessa Regione Toscana sembra aver mostrato di voler fare a meno della VIA non soltanto nel caso della citata cantierizzazione del Mugnone, ma anche nell’ambito dell’approvazione della nuova stazione Foster, nonostante le profonde differenze del progetto (approvato nel 2003) rispetto a quello firmato Zevi, munito ufficialmente di VIA, ma altrettanto ufficialmente respinto in sede di Conferenza di servizi nel marzo 1999. Un progetto, quello Foster, che comporta un manufatto completamente diverso, una diversa ubicazione, una diversa rete di servizi e di funzioni trasportistiche ed urbanistiche collegate (viabilità, parcheggi), nonché un collegamento con Santa Maria Novella non dedicato (come il precedente people mover) ma ‘recuperato’ (la linea 2 della tramvia, che arriverebbe alle fermate-AV, la n. 10 e la n. 11, presumibilmente già sovraccarica di passeggeri…).