TAV a Firenze, atmosfera kafkiana. Ancora nessuna risposta sui 57 temi posti a dicembre dall’associazione ecologista Idra nella prima delle due audizioni accordate dall’Osservatorio Ambientale per il Nodo AV di Firenze. Ieri, il giorno stesso in cui la TAV torna nel mirino della Corte dei conti, seconda audizione e 27 nuovi argomenti pesanti sul tappeto. L’unico rappresentante di Idra ammesso all’audizione parla per 40 minuti senza essere interrotto, deposita una lunga memoria, una relazione tecnica, un video, documenti e foto sui guai TAV a Bologna. Al termine, nessuna replica se non quella – di commiato – del presidente dell’Osservatorio dott. Pietro Rubellini, che precisa: “Considerato il lavoro che stiamo facendo, i warnings di Idra sono per noi molto utili per osservare e istruire il progetto. Però molti di questi 57 quesiti non riguardano l’Osservatorio, quindi non potrete avere risposte su di essi…”.
Garbatamente, il portavoce di Idra replica: “Se i cittadini non sono un fastidio, se è vero che questo Osservatorio è l’unico strumento attualmente di interfaccia fra il progetto e la cittadinanza, dopo 10 anni di pressoché totale opacità, noi vi chiediamo ufficialmente – e ve lo abbiamo scritto nella memoria che depositiamo qui oggi – di mantenere la giacchetta che avete addosso, il vestito che avete addosso, il ruolo che avete addosso, di non nascondervi dietro il dito del fatto che qui siamo nell’Osservatorio Ambientale e si parla solo a questo livello. Noi chiediamo a ciascuno di voi di esserci di aiuto nei rapporti con i vostri enti di riferimento per tutte le informazioni che qui dentro li riguardano. Noi vi chiediamo se per carità di Dio fate in modo che le istituzioni che rappresentate qui le rappresentate anche nei rapporti con noi e con i cittadini, perché altrimenti non sappiamo dove sbattere il capo”. E conclude: “Da dicembre a oggi ci sembra che non sia cambiato ancora niente nell’informazione alla città. Questo è abbastanza grave, lo ammetterete, per una città come Firenze. Da Bologna e da Firenze uno si aspetterebbe gli apici della trasparenza nei rapporti con la cittadinanza. Noi vi chiediamo umilmente anche questa disponibilità a esserci, anche nei ruoli che fuori dell’Osservatorio rivestite nell’ambito delle istituzioni a cui appartenete”.
Questi, al riguardo, gli estratti della memoria di Idra che trattano l’argomento dell’informazione:
Riteniamo che l’Osservatorio Ambientale possa e debba essere consapevole dell’enorme responsabilità davanti al mondo intero (il centro storico di Firenze essendo “patrimonio mondiale dell’Umanità” anche a giudizio dell’UNESCO) che è stata lasciata nelle sue mani. Dipende infatti dall’esito della diagnosi del progetto esecutivo il destino di molti anni a venire della città di Firenze e della sua area metropolitana, in termini non solo ambientali ma anche sociali, economici e culturali. [...] Il ruolo dell’OA è tanto più strategico e delicato quanto più evidente è l’opacità dell’intero progetto AV, che dopo essere stato messo a disposizione in condizioni di accessibilità assai precarie undici anni or sono ai cittadini di Firenze ha cambiato più volte contenuto, vedendo sovrapporsi nuove indicazioni di fondo, come la stazione Foster alla stazione Zevi, lo Scavalco di Castello al sottoattraversamento, senza che i cittadini siano stati messi in grado di conoscere ed apprezzare i contenuti e i motivi di tali variazioni. Ai mutamenti intervenuti fra il 1999 e il 2009 si aggiungono adesso quelli proposti da un progetto esecutivo che, ancora una volta, resta un oggetto misterioso per la popolazione, una sorta di “città proibita” dalla quale trapelano – senza possibilità di contribuire al dibattito – poche, avare e pur tuttavia preoccupanti notizie. Ne deriva comunque un quadro nel quale appare legittimo temere anche l’insorgenza di danni erariali (legati alla doppia progettazione della Stazione e – nell’eventualità di un suo necessario secondo spostamento – alla spesa sostenuta per la costruzione di una scuola, la “O. Rosai” nella sede di Via dell’Arcovata, dimostratasi impraticabile anche nella nuova ubicazione). Nessun progresso appare essersi verificato da dicembre a oggi nell’informazione alla città, neppure a riguardo dei livelli di progetto che precedono il livello esecutivo. In questo contesto ci si domanda per quale arcano motivo i cittadini non siano messi in grado di leggere, consultare e conoscere almeno in questa ultima e decisiva fase gli elaborati progettuali di cui deve occuparsi istituzionalmente l’Osservatorio Ambientale, e tutti gli altri elaborati che sfuggono alla sua competenza. Non appare esservi alcuna razionale spiegazione di questo ostracismo informativo. L’unica possibile controindicazione alla conoscenza da parte della città di un progetto che la riguarda così intimamente sarebbe la circostanza che, nel prenderne visione, i cittadini potessero in qualche modo manometterlo, contraffarlo, adulterarlo. Ma non è questo evidentemente un rischio che il progetto correrebbe qualora venisse esposto e – meglio ancora – illustrato e commentato dai proponenti. Dell’Osservatorio fanno parte autorità pubbliche di controllo che hanno il compito di rappresentare gli interessi collettivi e il bene comune. A ciascuna di esse ci appelliamo affinché si adoperi perché almeno questo passaggio informativo venga garantito a una città già straordinariamente mortificata sul piano civile e culturale dalla coltre di omissioni e lacune che grava sulla trasparenza del percorso e sulla completezza del procedimento di approvazione del progetto, documentate da Idra nel Libro Bianco consegnato all’Osservatorio durante l’audizione di dicembre. In particolare chiediamo a ciascuna delle componenti dell’Osservatorio di dare, per la parte che interessa le competenze istituzionali dell’Amministrazione che essa qui rappresenta, piena soddisfazione alle richieste di informazione provenienti dalla società civile (e, nella fattispecie, dall’Associazione di volontariato firmataria della presente memoria).